Il Rallye du Valais moderno e storico è stato assegnato all’ultima prova speciale, giocato sul filo dei secondi e con una giornata sorprendente.

La gara moderna, dominata dalla Skoda di Carron, vincitore delle prime prove speciali è iniziata in maniera clamorosa, con lo svizzero dominatore costretto ad arrendersi per un problema meccanico. La gara perde il dominatore ma non l’interesse perchè il distacco tra Burri (VW Polo), fino ad ora secondo, e Coppens (Skoda Fabia), terzo, ero poco più di 3″.

Il giro mattutino, che prevedeva 4 prove, vede il sorpasso nella generale proprio da parte di Mike Coppens e Cristophe Roux che vincono due prove e si portano al comando per 7″1 su Michael Burri e terzo è Jonathan Michellon (Skoda Fabia), entrambi vincitori di una prova a testa.

Mancano tre prove a fine gara ed è ovvio che Burri tenti l’attacco definitivo e cosi avviene con il figlio di Oliver che vince la ripetizione delle prove di Montana e Anzere e si presenta sulla decisiva ps di Nax Region (km 20,45) con soli 2″2 di ritardo.

La rimonta termina proprio sull’ultima prova dove Coppens torna alla vittoria restituendo 2″2 a Burri Jr e vincendo la gara per soli 4″4, sul podio anche Michellod-Fellay a 1’24″3.

Altrettanto interessante anche la gara storica, valevole quale ottava prova del campionato europeo storico. La tappa inizia con la decima prova speciale ed il sorpasso nella classifica assoluta, infatti Potter-McCormack su Ford Escort MK I vincono la prova e scavalcano i cechi Stajf-Zelinka (Opel Kadett Gte), per soli 8 decimi. Potter vince anche la prova successiva ma sui 20 km di Nax Region (vinta dalla BMW M3 dello svizzero Lovey) è costretto a cedere la posizione per Stajf, che si aggiudica anche la prova di Sion e termina il giro di prove mattutino con un vantaggio di soli 2″7 sul britannico Potter.

Come nella gara moderna Potter porta l’attacco e vince le due prove (Montana e Anzere) accumulando ben 40″4. Sull’ultima Nax Region Stajf cerca la rimonta impossibile e riesce a dominare la prova rifilando ben 28″8 a Potter (fin troppo guardingo) ma il britannico vince la gara con ancora 11″6 sull’avversario.

 

 

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