Roberto Gobbin aveva un conto in sospeso con il Rally Hungary. Un conto marchiato da uno dei pochi ritiri in cui fosse incappato il pilota pinerolese, e per di più per un’uscita di strada. C’era inoltre un altro obiettivo, ed era ben più pressante: la caccia a quel secondo posto dell’Abarth Rally Cup cui punta da inizio stagione il portacolori di Meteco Corse, inseguendo con tre punti di ritardo il ceco Martin Rada, con il quale aveva lottato sul filo del secondo al Rally Barum, a casa di Rada. E dalla gara ungherese Roberto Gobbin torna stremato, ma con il sorriso sulle labbra. Domenica sera è salito sulla pedana di fine gara nella piazza principale di Nyíregyháza, festeggiando la 33esima piazza assoluta, ma, soprattutto, la seconda posizione dell’Abarth Rally Cup, che gli dà un vantaggio di 15 punti sul diretto avversario quando manca una sola gara al termine del trofeo.

È stata una gara tutt’altro che facile” commenta Gobbin appena sbarcato dall’aereo che lo ha riportato in Italia assieme al suo navigatore Fabio Grimaldi. “Sono partito contratto nel ricordo dell’uscita di strada dello scorso anno, e nello stesso determinato a giocarmi con Rada la seconda piazza nel Trofeo dello Scorpione”. La gara è iniziata venerdì sera con la classifica prova nella pista da cross di Rabòcsring, l’unica speciale ufficialmente su sterrato della gara. “Ufficialmente, ma tutte le prove della gara magiara si sono disputate in condizioni difficili, con terra, fango e foglie a ricoprire l’asfalto” precisa Gobbin, che imposta con cautela la speciale alla luce dei fari, badando soprattutto a marcare il diretto avversario. La prima prova del sabato mattina presenta subito il conto agli equipaggi italiani. Il giovane veneto Alberto Battistolli esce di strada imitato sul fondo viscido da Gobbin che perde oltre quattro minuti nella classifica generale. “Se non ci fossero stati gli spettatori, in Ungheria numerosi e molto appassionati, che mi hanno tirato fuori da quella scomoda posizione il mio rally di Ungheria sarebbe finito ancora prima di cominciare” sottolinea Gobbin, che si demoralizza solo per un attimo, poi decide di proseguire perché la gara è lunga, anzi lunghissima e non si può mai sapere cosa accadrà fino a quando non si supera la pedana di arrivo.

La 124 Abarth non aveva subito danni e così siamo ripartiti decisi a rimontare senza però fare colpi di testa, cercando di recuperare” descrive Gobbin, in quel momento 49° e ultimo assoluto. Ma da una gara di 189 chilometri cronometrati bisogna aspettarsi di tutto, anche un incredibile serie di quattro forature che hanno impegnato Gobbin-Grimaldi in un lavoro di gommisti non indifferente. “Alla fine questo risultato ci premia e ci sorride moltissimo. Siamo riusciti a recuperare sedici posizioni nella classifica assoluta, ma soprattutto a conquistare quel secondo posto nell’Abarth Rally Cup che era il nostro obiettivo per questa gara. Descritto così, con la stanchezza del dopo gara, il Rally Hungary sembra una gara impossibile. Invece ha un fascino incredibile. Con le sue prove velocissime, tormentate dal fondo viscido del sottobosco, immerse in un paesaggio da fiaba. E siamo proprio contenti di averlo finito” soprattutto si è portato a casa un buon risultato e un ricco bottino di punti per il Challenge Abarth. Il miglior modo per festeggiare un compleanno, forse non celebrato con torta e spumante, ma sul tetto della 124 dall’alto della pedana di arrivo a Nyíregyháza.

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