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Che numeri a Schio, in ventuno al via

Una nutrita pattuglia, quella di Rally Team, ad una classica del Triveneto, capeggiata da un Toffano che chiude secondo assoluto, primo di gruppo A, nell’ACI Vicenza.

Rosà (VI), 01 Dicembre 2021 – Pioggia, fango, nebbia ed a tratti pure il nevischio hanno portato il Rally Città di Schio indietro nel tempo, ricordando i fasti avventurieri del passato.
A lungo nella top ten assoluta ma azzoppato dal distacco del collettore di scarico sulla sua Peugeot 207 Super 2000 di MS Munaretto, con Matteo Gambasin alle note, Giovanni Toffano ha chiuso ventiduesimo nella generale, primo nell’ultima apparizione in S2000, ma si è consolato con il secondo posto assoluto e la vittoria in gruppo A nel Trofeo Rally ACI Vicenza.
Alla prima punta di Rally Team ha fatto compagnia Domenico Bombara, in coppia con Mattea Modenini su una Seat Ibiza Kit Car curata da Galiazzo, primo in K10 regalando spettacolo.
Risultato inaspettato in R2C per Filippo Vanzetto, con Giorgio Simioni su una Peugeot 208 Rally 4 di Baldon Rally, quarto al termine e soddisfatto dell’esperienza maturata in gara.
Dominio incontrastato in R2B, quattro speciali firmate in sequenza ed oltre un minuto al secondo, per Nicola Casa, con Mauro Cumerlato su una Peugeot 208 R2 di Baldon Rally, mentre Christian Foffano, su una vettura gemella di La Marca Racing con Luca Silvi, si è goduto le avverse condizioni meteo, chiudendo con un più che positivo quarto posto finale.
Confronto senza storia tra le sempreverdi Renault Clio Williams gruppo A con Stefano Chiappin, in coppia con Manuel Campagnolo sull’esemplare di SA CAR, mattatore di una classe A7 che lo ha visto porre il sigillo su ogni singolo tratto cronometrato disputato.
Problemi di natura tecnica, alla pompa benzina, hanno fermato in anticipo la corsa dell’eterno Remigio Baù, affiancato da Silvano Cerato su una Peugeot 208 di classe R1T Nazionale.
Un avvio non del tutto brillante, condito da qualche errore di troppo, ha privato di una probabile vittoria in N3 Alberto Puppato, con Thomas Ceron su una Renault Clio RS gruppo N di Leon Competition, accontentandosi del secondo di classe e del quarto nella generale di produzione.
Una foratura sulla terza prova speciale si è rivelata fatale per Luca Michele Alessio, assieme a Massimo Menegon su una Peugeot 106 Rallye gruppo A, alla fine sesto di classe A6 mentre un jolly giocato sul crono di apertura consigliava a Cristian Ziggiotto, ottavo al termine, di portare a traguardo la vettura gemella di Galiazzo, con Giada Tadiello, completando il proprio debutto.
Un testacoda in apertura, con leggera toccata, ed altri due rischi nel corso di giornata hanno frenato un Fabio Bertazzolo che, assieme a Lorenzo Micheletto sulla Citroen AX gruppo A, ha puntato a raggiungere un traguardo, chiudendo con un quinto in A5 che sa quasi di vittoria.
Classe N2 ricca di esponenti della scuderia di Rosà, il migliore dei quali è stato Federico Spiller, quarto con Luca Ambrosini su una Peugeot 106 Rallye di Team Autocar, seguito da un terzetto composto da Elia Stevanato, settimo con Emanuele De Lazzari su una Citroen Saxo di Green Motorsport, da Filippo Nonnato, ottavo con Ugo Tomasi su una Peugeot 106 Rallye di Galiazzo, e da Paolo Emilio Colombaro, con Loretta Tedesco sulla seconda Saxo di Green Motorsport.
Undicesimo Yuri Nicoletti, con Antonio Nicoletti su una gemella, seguito da Cosimo Bombara, tredicesimo con Stefano Tiraboschi su una Peugeot 106 Rallye curata da Galiazzo, e da Sonora Mozzato, diciassettesima su una 106 ma con esperienza in più grazie ad Elia De Guio.
Unici a non vedere il traguardo, tra le millesei del produzione, Nicolò Mezzalira, fermo per una toccata sulla terza prova con Nicola Argenta e con la sua Peugeot 106 Rallye del Team Autocar, e Roberto Carlo Sbalchiero, costretto fuori dai giochi con Mirco Santacaterina per un problema burocratico che non gli ha consentito di prendere il via con la sua Citroen Saxo.
Terza speciale fatale anche a Mauro D’Amico, in coppia con Isabella Placido su una Fiat Seicento gruppo A, con la rottura del cavo dell’acceleratore che lo obbligava ad una riparazione d’altri tempi, con i lacci delle scarpe, escludendolo per un ritardo al successivo controllo orario.

Ufficio Stampa: Fabrizio Handel