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In questi ultimi tempi se ne è sentite di tutti i colori, tra il glorioso ritorno di Subaru nel WRC con a capo Petter Solberg a un’ipotetica ricomparsa di Mitsubishi sotto mentite spoglie con la Spacestar. Tutte, purtroppo, utopie che al momento rimangono tali. Ma come si sa, sognare fa bene e tiene l’animo sollevato. I rally-raid nel tempo hanno visto tantissimi marchi diversi, entrare per poi uscire e ritornare. Tanti movimenti, accorgimenti, tecniche disparate per delle vetture che erano poco più che di serie. Naturalmente parliamo di quei “bei tempi” in cui tutto sembrava più facile ed immediato, tutto molto oserei dire: vivo.
E’ chiaro che chi mastica un po’ di Dakar si ricorderà delle imprese fatte con la Vespa nelle prime edizioni, poi le Renault 4 dei fratelli Morreau, Range Rover livreate VSD e chi ne ha più ne metta. Potremmo andare avanti all’infinito.

Vi aspettereste che adesso tiri fuori dal cilindro un maestoso Mitsubishi Pajero con livrea Repsol e sulla portiera scritto “S. Peterhansel” oppure “L. Alphand“; mi spiace deludervi ma non è così. In realtà dal cilindro tiriamo fuori una notizia succosa, di quelle che ci mettono di buon umore la mattina. Renault, a suo modo, ha scritto pagine importanti nei rally-raid in generale, sparendo poi di fatto nel nulla lasciando tutte le redini a Peugeot prima e a Citroen dopo.
C’è chi appunto, come scritto prima, ritorna. E’ il caso di Peugeot che l’abbiamo accolta alla Dakar a braccia aperte e lei ha fatto man bassa di vittorie finche ha potuto. Ma ora sembra arrivato il momento anche per la casa di Boulogne-Billancourt, di rimettersi in gioco. Il nuovo CEO arrivato nel 2020, Luca De Meo, sta portando una ventata d’aria fresca per quanto concerne il reparto motorsport di Renault dato che la divisione “Renault Sport” ha chiuso i battenti poco tempo fa. Lo stesso De Meo però ha rincuorato tutti, dicendo che la divisione sportiva sarà curata interamente da Alpine, occupandosi anche dell’elettrificazione.

Il logo WRC sembra molto vicino a quello di Renault-Alpine e sarebbe un gradito ritorno, ma la clausola è molto severa e restrittiva: “Penseremo ad un ritorno al Campionato del Mondo Rally solo quando sarà totalmente elettrico”. A fronte di ciò, dovremo aspettare ancora parecchio, pensando che abbiamo appena fatto il passo dell’ibrido.
Tuttavia però quando si chiude una porta, si apre un portone. Affrontare una Dakar in 100% elettrico è un obbiettivo ancora irrealizzabile e per questo De Meo pensa di puntare ai bio carburanti, come d’altro canto ha fatto Prodrive. Il neo-CEO è stato vago a riguardo e non si è ancora espresso con quale marchio vorrà fare il passo. Possiamo solo dirvi che il suo obiettivo è arrivare ai rally-raid nel biennio 2024-2025 con un team ufficiale. Ad una intervista di un noto giornale francese, al nome Dacia gli è scappato un sorriso. Che rivedremo un Duster come successe con Carlos Sousa in sud-america?

Solo il tempo ci darà delle risposte, ma come ho menzionato all’inizio dell’articolo, sognare fa bene all’animo.

 

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