Completato il calendario ERC 2022, sarà il Rally Catalunya in programma dal 20 al 22 Ottobre a chiudere il campionato europeo Rally.

Alla fine si è dovuto optare per una gara del mondiale Rally WRC, sbilanciando ancora una volta ad Ovest la serie del 2022.

Non sarà un’annata da ricordare quella di quest’anno per la serie continentale, con il 50% delle gare in due stati e, soprattutto, le prime tre consecutive, che hanno portato inevitabilmente a favorire equipaggi spagnoli e portoghesi. Inoltre la contemporanea assenza di protagonisti russi come Lukyanuk e Gryazin hanno dato poco interesse alla serie, vissuta su un dualismo tutto spagnolo tra Llarena ed una stagione raffazonata per Solans, finita prima del Rally di Roma.

Un calendario che dovrà essere profondamente rivisto e che era il seguente: Fafe e Azzorre in Portogallo, Canarie in Spagna, Polonia, Liepaja, Roma, Barum ed ancora Spagna con il Catalunya.

La due giorni del Catalunya prevede fino a 14 prove speciali per un totale di 240,60 km. Sarà il rally ERC più lungo della stagione e si concluderà con i 24,40 km di El Montmell Power Stage del Sabato pomeriggio.
Sebbene il round ERC si svolgerà nello stesso fine settimana del WRC, si svolgerà come evento separato secondo i regolamenti ERC. Il promotore del WRC, che possiede i diritti commerciali di entrambi i campionati, fornirà momenti salienti, TV e contenuti sui social media.

Non crediamo sia una buona idea avere due gare in cui quella maggiore (WRC) toglierà visibilità al già bistrattato campionato europeo. Proprio il WRC2 è il maggior indiziato per non aver fatto decollare il campionato ERC. La serie iridata è più appetibile, visibile e con costi simili, un esempio arriva dal pilota polacco Kajetanowicz che ha preferito proseguire nel WRC dove la competizione è maggiore ma anche la soddisfazione di disputare un campionato con maggiore visibilità e con percorsi indiscutibilmente più lunghi e carismatici.

Non credo che il campionato ERC abbia bisogno di nostri suggerimenti ma rispolverare gare affascinanti (ex mondiali) potrebbe avere senso e occorre sicuramente una ridistribuzione europea più equa ed evitare gare doppie nella medesima nazione.

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