Foto: Jaanus Ree / Red Bull Content Pool

Cala il sipario sulla stagione 2022, la prima con le nuovissime vetture Rally1 ibride in azione.

Era tanta l’attesa di vedere nei rally i nuovi mezzi che alla fine non hanno tradito le promesse. Macchine sicuramente diverse dalle più sofisticate WRC Plus ma l’ibrido ha dato la “spinta in più” a quelle che all’inizio si diceva fossero solamente poco più di vetture “R5 ibridizzate”. Seppur siamo rimasti con 2 costruttori e mezzo nel Mondiale (non abbastanza per il WRC) e all’orizzonte purtroppo non paiono essercene altri interessati ad entrare con le Rally1, queste ultime hanno garantito un ottimo livello di competitività che è andato oltre alle aspettative cupe e negative di inizio anno. Sicuramente la grande battaglia al Monte a gennaio tra Loeb e Ogier è stato un ottimo cartello pubblicitario per la categoria che ha potuto godere anche dell’esplosione definitiva del fenomeno Rovanpera culminata poi con la vittoria del WRC a soli 22 anni e 1 giorno.

E parlando di piloti, si può certamente dire che con il cambio di regolamento abbiamo assistito ad un rimescolamento di carte: c’è chi si è trovato meglio sulle nuove vetture e chi queste Rally1 sembra non averle digerite al massimo.

 

ROVANPERA E TOYOTA, LAVORO ECCELLENTE

Ad eccellere in questo Mondiale è stata Toyota con Rovanpera. I meriti vanno dati sicuramente al pilota, coadiuvato perfettamente dal navigatore Halttunen, entrambi autori di una stagione dominante ed esagerata. Gli highlights migliori sono certamente la prestazione incredibile sull’ultima prova in Croazia sul bagnato, e il clamoroso dominio sul difficile fondo della Nuova Zelanda piegando un certo Ogier. Tuttavia da sottolineare anche il grande lavoro di sviluppo del team con la Yaris GR che ha seguito di pari passo l’evoluzione del giovane pilota fenomeno. Una vettura quella nipponica nata con almeno 1 mese di ritardo rispetto alla rivale Puma e di cui quest’anno si fa fatica a ricordare defezioni importanti. Il trionfo simbolo è stato quello messo a segno al Safari con il “poker” guidato da Rovanpera vincitore davanti ai compagni di squadra Evans, Katsuta e Ogier che hanno fatto il vuoto. Toyota che ha dominato la stagione 2022 e anche quando sembrava essere in flessione (Belgio e Acropolis) in realtà non ha mai dato la sensazione di avere la situazione fuori controllo, a testimonianza anche della grande unione e del grande spirito del team diretto da Jari-Matti Latvala.

Tuttavia i margini di miglioramento ci sono e la Yaris ha evidenziato qualche punto debole su cui poter lavorare per migliorare. Sull’ asfalto c’è ancora qualcosa da affinare, lato Rovanpera per esempio si è vista un po’ la mancanza di confidenza al Monte Carlo ma anche ad Ypres (subito fuori) e in Giappone. La vettura ha anche fatto fatica nei rally su terra “lenti” vedasi le difficoltà in Grecia all’Acropolis ma anche in Italia al Sardegna.

 

Rovanpera campione del mondo rally 2022 con Toyota (Red Bull Content Pool)

Lato piloti, se Rovanpera è definitivamente esploso c’è da considerare un Evans involuto rispetto alle ultime due annate sulle WRC Plus. Qualche segnale di risveglio lo si è visto in Giappone anche se “Elfo” non ha mostrato costanza. Sicuramente troppo poco quello fatto quest’anno, se poi mettiamo in confronto i risultati con quelli Rovanpera…

Ha fatto meglio rispetto alle premesse il buon Takamoto Katsuta, pilota che partiva dietro nelle gerarchie ma che si è messo in mostra in questo campionato ed è parso in netta crescita, non solo alla guida, ma anche a livello di maturità. Basti pensare che il nipponico ha fatto registrare un solo ritiro. Tanta costanza e due podi conquistati al Safari e a casa sua in Giappone. Momenti sicuramente indelebili nella carriera di Taka.

E’ apparso decisamente più in palla Esapekka Lappi, pilota ingaggiato per correre part time e quindi con meno tempo dietro al volante della Yaris Rally1 rispetto ai piloti fissi. Lappi ha dato un ottimo contributo alla causa ma le strade tra lui e il team sono destinate a separarsi per il grande stupore di Latvala che lo aveva rivoluto in squadra. Sicuramente il mercato porterà un nome nuovo in casa Toyota e non sono escluse sorprese…

 

HYUNDAI INCOSTANTE, ENNESIMA OCCASIONE PERSA

Il 2022 di Hyundai è stato un up&down costante. Preoccupante l’inizio del team che si è fatto cogliere completamente impreparato al Monte Carlo e con una vettura acerba in ritardo rispetto alle altre. Poi pian piano le cose sono andate a migliorare anche se la i20 N Rally1 ha sempre mostrato una certa inaffidabilità che non ha garantito la costanza ai propri piloti durante il Mondiale e nei singoli rally. Nonostante tutto però il finale di stagione è stato positivo e lascia qualche spiraglio.

Ott Tanak è stato il miglior pilota Hyundai ma ironia della sorte è anche colui che ha  annunciato di voler abbandonare la squadra e a scatenare l’effetto domino sul mercato piloti. L’estone ha vinto 3 rally, il migliore dopo Rovanpera e ha colto successi clamorosi, il più prestigioso quello in Finlandia. Tallone d’achille il feeling sull’asfalto, mai sbocciato sulla Hyundai nonostante le prestazioni generali non siano state da buttare ma sicuramente non in linea con il talento mostrato da Tanak per esempio quando si esibiva sulla Yaris WRC Plus. Su terra c’è poco da dire: lui il migliore, più convincente di Neuville che talvolta è sembrato persino brancolare nel buio.

Per il belga Neuville però sono arrivati comunque due successi assoluti all’Acropolis e in Giappone nel finale di stagione. Sarà lui la prima guida incontrastata del team che dunque potrà e dovrà rivoluzionare i suoi piani e plasmare la vettura 2023 sulle indicazioni del veloce Thierry. In arrivo Lappi come seconda guida, sulla terza vettura invece dovrebbe essere confermato Sordo e un pilota ancora da definire. Basterà tutto questo?

 

Neuville vince l’ultimo rally del 2022. E’ lui il futuro di Hyundai nel Mondiale! (Red Bull Content Pool)

 

Nota negativa: la gestione di Oliver Solberg. Un pilota di 20anni con numeri molto interessanti ma che è sembrato essere divorato dalle pressioni. Il team non è parso sul pezzo nel proteggere e gestire quello che sembrava il “proprio Rovanpera”. Una gestione controcorrente, incomprensibile e che non rispetta i canoni di un team ambizioso. C’è da chiedersi perché… un investimento fatto e poi interrotto bruscamente, culminato con il deludente addio. Oliver adesso è in cerca di un volante e di riscatto, chissà che in futuro non diventi un rimpianto e un clamoroso errore di valutazione da parte del team.

 

M-SPORT CLAMOROSO FLOP CON I PILOTI SCELTI

Pazzesco: un inverno intero ad elogiare la nuova Puma Rally1, la vettura più avanti nello sviluppo, e un Monte Carlo vinto da Loeb che lasciava intravedere il grande potenziale del team di Wilson. E invece poi tutto quello che poteva andare storto, è andato storto!

La vettura non ha mantenuto pienamente le premesse, sicuramente non è sembrata la più semplice da interpretare dai piloti ma le responsabilità di questi ultimi sono evidenti. Troppi e troppo gravi gli errori di guida commessi in questa stagione. A salvarsi è il solo Loeb autore a quasi 50 anni di un Rally di Monte Carlo favoloso e di altre prestazioni positive ma non concretizzate nelle altre tre uscite stagionali effettuate sulla Puma.

Breen, Greensmith e Fourmaux bocciati. L’irlandese è il pilota più esperto ma ha sbagliato tantissimo: da lui non ci si aspettava un miracolo ma la costanza si. A rendere l’idea è il distacco in classifica dal meno quotato Kastuta: ben 38 punti dalla quarta guida di Toyota. Davvero troppi. Per Breen però sembra profilarsi la conferma, magari il team potrà ancora lavorarci su per provare la svolta nel 2023. Greensmith ha gli appoggi per proseguire, garantendo anche la stabilità del team ma a livello di prestazioni è venuto a mancare clamorosamente, tralasciando qualche piccola eccezione. Fourmaux poco concreto e tanto falloso. Tra “le seconde linee” il più convincente è stato Pierre-Louis Loubet che per molti non meritava di correre a questi livelli e invece quest’anno si è riscattato alla grande sulla Puma.

Troppo evidente è stata la mancanza di un pilota di punta nella squadra britannica. Da anni il team sta cercando di ingaggiare un pilota per provare ad attaccare il Mondiale. Adesso si è liberato Ott Tanak che risulta svincolato: un tentativo concreto va fatto! E forse anche cercare il maggior coinvolgimento di Loeb potrebbe essere d’aiuto, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo della macchina.

Per ora si sa davvero poco su quale approccio vorrà intraprendere il team per il futuro. L’impressione è che dietro le quinte qualcosa si stia muovendo…

 

Con il 2022 ufficialmente in archivio adesso ci sarà tutto il tempo per le riflessioni e per organizzare i programmi del nuovo anno. L’interesse collettivo sarà sicuramente rivolto ai movimenti di mercato. Qualche sorpresa è già avvenuta e l’effetto domino sembra essere appena partito. Presto scopriremo a cosa porterà.

 

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