Sam Sunderland - GasGas - photo by XOffroad

Siamo agli sgoccioli gente. Dopodomani si timbra il cartellino e si parte per le dune del deserto. La Dakar 2023 chiama! In questi tempi, se ci avete seguito sui social, avete potuto notare che abbiamo analizzato brevemente le moto in gara e i relativi equipaggi. L’elenco dei partecipanti così come quelli in lizza per la vittoria e il podio è davvero interessante, fomentando una competizione intensa sin dal principio. Usciamo da un 2022 con Sam Sunderland che ritorna ai vecchi fasti, vincendo non solo la Dakar – valida come primo appuntamento del W2R – ma anche il Campionato; insomma una grande soddisfazione per il pilota britannico che negli ultimi tempi si era perso dopo il brutto infortunio subìto. Ci ritroviamo così con Honda a bocca asciutta e con una line-up di piloti da urlo, sarà pronta ad attaccare in maniera decisa. Attenzione anche a KTM che è già diversi anni che non trova il suo posto nell’olimpo della Dakar; le potenzialità ci sono, la moto c’è ed anche i piloti. Toby Price, Matthias Walkner, Kevin Benavides e poi ancora Mason Klein nel team clienti. Anche loro possono piazzare la loro “carota” davanti a tutti per riportare, finalmente, il marchio austriaco in vetta. Sotto sotto ci sono riusciti, con Gas Gas, ma questo non diciamolo.

Per i marchi emergenti è tutta esperienza, come l’indiana Hero che si sta sviluppando a vista d’occhio; se sono partiti con una moto – giustamente – inaffidabile all’inizio, li troviamo con all’attivo vittorie di tappa nella 44^ edizione della gara più dura del mondo. L’ultimo acquisto, ex Yamaha, Ross Branch cercherà di portare alto il nome di Hero Motosport. Attenzione anche alla rookie Kove; l’acclamata moto cinese debutterà quest’anno con due piloti autoctoni. E ancora Sherco, Fantic e Husqvarna con tantissimi piloti italiani, i quali oggi non staremo qui ad elencare ma che vi informeremo dei loro progressi, uno per uno, durante la corsa.

La gara. La gara è cambiata. E’ cambiata sotto tanti aspetti, che possono essere definiti positivi, neutri o forse anche negativi. Rimanendo chiaramente sempre nel fronte moto, il regolamento ha dato nuovi input. La Dakar 2022 ha sollevato un quesito importante: i piloti che aprono la strada sono troppo penalizzati?
La risposta a questa domanda è chiaramente positiva, infatti abbiamo visto dei distacchi davvero notevoli e a fronte di questo anche strategie d’approccio molto legate a ciò. Basti vedere la corsa dello stesso Sam Sunderland o anche di tutto il team Honda, che ha navigato sempre nella top-10 senza mai distaccarsi troppo dalla vetta e sferrare poi gli attacchi decisivi a tre quarti di gara. David Castera è intervenuto; solitamente nel primo tratto di gara, tra la partenza e il rifornimento ci sono circa 200km. In questa prima parte di gara ci saranno dei benefit in termini di tempo a chi sarà davanti. Saranno premiati i primi tre piloti, che segneranno il tempo più veloce nei Way Point; 1,5s/km per il primo, 1s/km per il secondo e 0,5s/km per il terzo. Per fare un esempio pratico: se il primo partente apre la strada per 200km, riceverà un bonus tempo di 300 secondi (5 minuti).

In questo modo pensiamo che si, la competizione si stabilizzi di più, però vediamo il tutto come una classifica “artificiale“. Siamo sicuri che si risolva la questione. In ogni caso ci rimettiamo ad ASO e vedremo cosa succede.

A proposito dell’Amaury Sport Organization, sapete ben tutti che un’altra novità è stata quella di ammettere soltanto un centinaio di piloti, sotto stretto studio dalla stessa organizzazione. Qui vogliamo sollevare un quesito, ma senza fare polemica: sarebbe interessante sapere qual è stato l’approccio e i marker che hanno permesso ad alcuni piloti di poter partecipare ed altri no. Possiamo fare un esempio lampante a casa nostra: il grande Franco Picco è pronto a dare gas con la sua Fantic mentre l’altrettanto grande Fabio Fasola è dovuto rimanere a casa.
“Ho mandato tutti i documenti, preparato ogni cosa, conscio della mia esperienza in questo tipo di gare. Ma niente, mi hanno rifiutato.”
Con KTM, Fasola ne ha fatte di cotte e di crude sia dal fronte dell’enduro sia da quello della Dakar. Insomma, è uno che la manetta la sa usare. Perchè allora escluderlo? Ci sono tanti nuovi entrati con esperienza veramente limitata, con un palmares fatto di sole gare Cross Country e un’apparizione in Marocco o all’Andalucia Rally. Massimo rispetto per loro, sia chiaro, non stiamo condannando nessuno. Troviamo però la selezione forse…strana.
Anche qui sarà interessante avere risposte in merito.

In ogni modo, godiamoci questa Dakar che sarà davvero da segnare!

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