Prima Neuville, ora Ogier sono sempre di più i piloti, ed aggiungiamo i tifosi, che lamentano una crisi dei Rally, soprattutto nella sua massima espressione: il WRC.

I motivi sono molteplici, tv e computer hanno portato molti spettatori a seguire la gara sul web, evitando lunghe ed onerose trasferte, la mancanza di equipaggi e marchi, solo 3 case impegnate tra le Rally 1, i costi eccessivi, le regole ed i punteggi, sono alcuni dei principali problemi del mondiale Rally.

MEDIATICITA’

Molti di Noi speravano di vedere i Rally in televisione ed ora alcuni canali a pagamento riescono a soddisfare il pubblico e a seguire bene le gare mondiali, in alcune nazioni addirittura si riescono a vedere tutte le prove speciali di un Rally. Questa comodità si paga (in tutti i sensi) ed inevitabilmente ha tolto una piccola fetta di spettatori. Ma questo a nostro avviso è un problema marginale, tv e Rally possono coesistere ed avere meno persone sulle prove speciali pare non sia un problema per chi gestisce il WRC, altrimenti non si spiegherebbero certe location. C’è solo un problema , quando sono le TV a fare le regole per i Rally e non viceversa, questo è successo con il calcio, oramai le partite sono in vari orari spalmate in più giorni, ma questa regola televisiva, di far partire le vetture ogni 3′ non ha alcun senso soprattutto nelle gare su asfalto.

MANCANZA DI COSTRUTTORI ED EQUIPAGGI

Qui iniziano i problemi seri. Nel WRC ci sono solo tre marchi: Toyota, Hyundai e Ford , tramite M-Sport, veramente pochi, ed abitualmente gli equipaggi sono: 3 per Toyota, altrettanti per Hyundai e 2 per Ford, totale 8 auto Rally 1 e se siamo fortunati si aggiunge Ogier e Serderidis (od altro privato Ford) portando a circa 10 auto nella massima categoria. Un numero veramente basso, se confrontato a quello di pochi anni fa (diciamo circa il doppio) e se vogliamo essere pignoli di questi 10 equipaggi solo la metà hanno velleità di poter vincere una gara mondiale. In Sardegna abbiamo visto un esempio lampante, salvato dal Super Rally, 5° assoluta è arrivata una Rally2.

COSTI ECCESSIVI

Il Rally spesso ha avuto protagonisti danarosi ma oggi ha solo quelli, ad eccezione di pochissimi campioni. Sono totalmente scomparsi i piloti privati. Le WRC Plus hanno inizialmente creato tanta attenzione (ricordando le gruppo B) ma le esigenze “ambientaliste”, ed una certa ossessione collettiva, hanno portato, a nostro avviso anticipatamente, una corsa all’ibrido che ha convinto davvero poco. Dopo il primo anno d’interesse ora l’attenzione sta svanendo.

REGOLE E PUNTEGGI

Un po a tutti è sorto il dubbio che ci sono regole, a volte non scritte o stranamente interpretate, che tolgono ulteriore interesse alla disciplina e scimmiottano la F1 (che però si corre su pista). L’idea di poter “fare cassa” appena possibile sembra l’attrazione principale per la F.I.A. e gli ultimi esempi sono significativi: i “girotondi” vietati ai concorrenti in trasferimento (consentiti invece nelle prove speciali sotto forma di rotonda) ed i festeggiamenti con tuffo, recentemente vietato in Sardegna, con la doppia beffa dell’annullamento della cerimonia sul podio. Regole che non interessano sotto il punto di vista cronometrico, mentre poniamo l’attenzione sulla tappa domenicale. Oramai la terza tappa è una passarella per disputare la “Power Stage” con le gomme intatte o quasi. Anche la “Powers Stage”, fatta a fine gara è poco democratica, infatti tende a premiare chi ha corso la gara in maniera anonima, magari ritirandosi durante le prime fasi di gara, mentre il vero vincitore, non può rischiare di gettare alle ortiche il miglior risultato possibile. Facciamo l’esempio della Sardegna, proprio perchè è fresco. Neuville, nonostante la vittoria, ha recuperato a Rovanpera, solo 5 punti. Il belga (a corto di risultati) non poteva rischiare nella prova conclusiva (per lui 0 punti), con il finlandese che invece ha osato (prendendosi ben 5 punti, a nostro parere un’esagerazione). Ma lo capiamo, oramai gli equipaggi a correre sono sempre meno ed i punteggi invece, al contrario, vengono ampliati sempre più, come se dare 1 punto in classifica ad un pilota sconosciuto possa essere motivo d’orgoglio. Per chi?

Una domanda, che senso ha pagare un ingresso ad un Parco Assistenza, tipo Croazia, quando devi stare ad una distanza siderale?

SOLUZIONI ?

Le soluzioni spesso cozzano con il denaro, pensiamo convintamente che i Rally debbano essere fatti dove c’e’ interesse e tradizione. Oramai seguire i Rally diventa oneroso anche per gli spettatori con gare dai costi elevati (Giappone in primis), ma anche in Europa oramai si paga 100 euro per seguire la gara in maniera completa. La particolarità dei Rally è che dovrebbero.essere gratuiti, inserire, sempre più il concetto che si debba pagare lo vediamo come un boomerang. Inoltre le gare meglio gestite sembrano quelle “free” (Rallye Monte-Carlo).

Per attirare nuovi costruttori come prima cosa bisogna tenere in considerazione i tre marchi tuttora presenti, vanno tutelati. Molti invocano un WRC 2 “allargato”, a questo punto con il sistema ibrido? Di certo i costi vanno abbassati e serve una soluzione che possa attrarre chi nel WRC2 comunque è presente come Skoda e Citroen. Cinque marchi automobilistici sarebbero sufficienti per rilanciare il movimento. Calmierando i costi, tornerebbero i piloti privati, più protagonisti anche se ne servirebbero di nuovi  e, magari,  potenziali campioni.

Regole, punteggi e soprattutto i personaggi al vertice mondiale del nostro Sport, sono totalmente da rivedere. Se sbaglia un concorrente paga ( sempre piu’ economicamente che in secondi sulle prove speciali), perche’ non paga anche chi sbaglia in altri ambiti del Motorsport ( pensiamo ai commissari o piu’ su ai dirigenti). Copiare la F1 e’ il piu’ grande errore che si possa fare, sono due sport totalmente differenti, limitare la libertà dei protagonisti, volendo uniformarli, crea ulteriore disinteresse.

Da una settimana abbiamo scoperto che anche i festeggiamenti devono essere informati. No, questo tipo di mondiale ci piace sempre meno.

 

 

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