Quando avevamo pensato alle interviste “I miti dei Rally”, eravamo stati ispirati anche da Lui: Amilcare Ballestrieri. L’Italia oltre a vantare due campioni del mondo come Sandro Munari e Miki Biasion aveva anche dei veri e propri “miti” dei personaggi le cui gesta si tramanderanno ancora per i decenni a seguire e “Balestra” era uno di loro.

Fu lui a coniare il soprannome “la Jena” a Roberto “Bobo” Cambiaghi e fu sua la celebre frase “Belin , che artista”, dopo una manovra rallystica particolarmente riuscita.

Prima di intraprendere la carriera rallystica , Amilcare fu motociclista (da strada), dal 1962 al 1964 fu campione italiano montagna e sempre nel biennio 1963 e 1964 vinse il celebre, Circuito di Ospedaletti.

Inizio come copilota (di Franco Patria) per poi passare al volante. Tra le sue vittorie di prestigio l’Alpe della Luna 1969, nel 1970 vince il 999 minuti, il Friuli e il 333 minuti, sempre su Lancia Fulvia e sempre con Daniele Audetto. Nel 1971 fa suo il Valli Imperiesi e l’anno successivo l’ austriaco OASC ed il Rallye di Sanremo, la gara di casa, entrambi con Arnaldo Bernacchini, a fine anno con Silvio Maiga vince nuovamente il Valli Imperiesi.

Nel 1973 la sua miglior annata, quando si laurea campione italiano Rally, vince infatti: 999 Minuti,4 Regioni, Alpe della Luna con Silvio Maiga, vittorie anche al Monti Savonesi, a Cesena,al Martha in Austria, al Coppa della Favera ed al Linea Mobili, in quest’ultima con Piero Sodano.

Dopo aver quasi sempre corso con la Lancia Fulvia, nel 1974 il debutto sulla Lancia Stratos Marlboro. con la vittoria in Sicilia.

Nel 1975 il passaggio all’Alfa Romeo dove cogli una delle vittorie più incredibili, parliamo dell’Isola d’Elba con Enrico Gigli.

Nel 1976 e 1977 le sue ultime stagioni rallystiche, da pilota ufficiale Opel correrà con Sergio Maiga e “Rudy”.  Smesso di correre sarà Direttore Sportivo sempre con Opel.

Era presenza fissa al Rallye di Sanremo, quando raccontava alcuni suoi aneddoti, un personaggio , che senza alcuna retorica, ci mancherà.

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