Per chi è nato negli anni “70 e “80 alcuni nomi, per quel che concerne i personaggi rallystici, sono veri e propri Miti, Amilcare Ballestrieri fa parte di questi immensi e rari personaggi. Bravissimo sia con le moto, sia con le auto, ben voluto da tutti, schietto, leale e sincero possiamo dire che mancherà a tantissimi, non solo a chi era legato da affetti familiari. Vogliamo ricordarlo con alcuni racconti che lo riguardano, tratti da libri già pubblicati. Un racconto per farlo conoscere anche ai giovani che non l’hanno mai visto in azione.
SFOGLANDO IL LIBRO RALLY 70
VISTO E SENTITO. Amilcare Ballestrieri può contare su due braccia e due mani che pochi hanno. Un Grande l’Amilcare nel domare la Fulvia HF gruppo 4 dal comportamento affaticante specie a causa delle forti reazioni dovute all’azione del differenziale autobloccante meccanico. Celebre la sua affermazione: «Pilotare la Fulvia HF con l’autobloccante è come guidare una calamita tra due muri di ferro!». Si racconta che con la Fulvia HF l’Amilcare abbia instaurato un rapporto di amicizia tale da parlarle. Sì, le parla, la incita e le comunica persino le sue sensazioni. Si narra che durante un rally il buon Amilcare arriva fortissimo in una curva su terra. Scalata di marce. Piede destro premuto sull’acceleratore. Colpo di freno con il piede sinistro. La Fulvia HF s’intraversa percorrendo tutta la curva in sbandata con il pubblico alle stelle. Mentre la rossa Fulvietta è ancora di traverso e sfiora l’erba a bordo strada, il navigatore sente nell’interfono del casco che Ballestrieri sussurra alla Fulvia HF: “Belin che artista. Godi tro&&a”!

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