Thierry Neuville-Martijn Wydaeghe (Jaanus Ree / Red Bull Content Pool)

Thierry Neuville e Martijn Wydaeghe su Hyundai I20 Rally1 sono i vincitori del Rallye Montecarlo, prima prova del campionato del mondo WRC 2024.

Alla fine l’hanno spuntata loro: Neuville batte Ogier a casa sua, come era già capitato quattro anni fa, sempre sul filo di lana e dopo una gara combattutissima. Tanti i protagonisti, nel bene e nel male, di questa prima uscita monegasca.

NEUVILLE RE DI MONACO – Il belga è autore di una gara pressoché perfetta, tranne per due sbavature nel corso del venerdì, marchio di fabbrica di un pilota tanto veloce quanto autore di scivolate clamorose. Amore e odio dei suoi tifosi, vive uno di quei weekend dove vorresti semplicemente scendere da bordo strada e correre ad abbracciarlo per quanto bravo sia stato. Perché lui (e ancora di più i suoi tifosi) sa che i numeri per fare bene li ha, anche per stare davanti al migliore di tutti, ma per vincere i titoli non servono tre giorni perfetti, ne servono trecentosessantacinque. Su questo deve lavorare, sulla sua testa, perché è li che un pilota velocissimo può diventare un pilota finalmente vincente.

OGIER ABDICA – Ci ha provato, Sebastien Ogier, a difendere la sua corona, ma non è bastato il suo immenso talento per contrastare questo Neuville. Dopo un giovedì “tranquillo”, il venerdì è servito all’uomo di Gap per ritrovare ritmo (e stabilità emotiva, ma di questo ne parleremo in separata sede). Il sabato pomeriggio è riuscito anche a mettere il naso davanti al belga, con dei tempi ed una guida incredibile, ma sulla sua strada ha incontrato un Neuville che non si è scomposto e ha subito rimesso a posto le cose, concludendo il sabato al primo posto ed allungando poi nelle tre speciali conclusive della domenica.

EVANS GUARDINGO – Non è mai stata la sua gara il Monte, ma per un breve momento ci ha fatto pensare il contrario. Elfyn Evans con le strade pulite del venerdì volava, con quelle più sporche e “tagliate” del sabato e senza l’ibrido sulla Yaris un po’ meno. Il gallese sa che in questo “strano” mondiale senza regnanti al via in tutte le gare, può davvero essere il suo anno, per cui perché rischiare uno zero pesantissimo cercando di mantenere il passo di Ogier e Neuville? Meglio puntare ai punti, comunque importanti, in quanto le somme come sempre si tireranno alla fine ed i campionati si possono anche vincere di “rimessa” con costanza e buoni piazzamenti, come Ogier ha insegnato negli anni in M-Sport ed ancora prima di lui il mai dimenticato Richard Burns nel 2001.

TANAK C’E’ E CI SARA’ – Ott Tanak chiude la prima gara della stagione al quarto posto. L’estone è stato beffato come tanti altri suoi colleghi dall’unica curva davvero ghiacciata sull’intero percorso di un Montecarlo sempre più secco, che di fatto lo ha escluso dalla lotta per le posizioni più prestigiose. Come per Evans, anche per lui Montecarlo non ha mai rappresentato terreno di conquista, ed in molti tra i due litiganti di casa Hyundai alla Roulette del Casino di Montecarlo avrebbero puntato sul trionfo di Neuville piuttosto che su di lui. In Svezia sarà tutta un’altra storia, ci sarà da difendere il successo dell’anno scorso maturato sulla Puma, sono aperte le candidature per un mondiale dal risultato finale mai così imprevedibile come quest’anno.

M-SPORT BENE! – Ve lo aspettavate un Adrien Fourmaux così? Quinto posto! In quanti lo davano in un fosso dopo poche curve? Siate onesti come lo siamo noi..

Ed invece ecco che ti appare un pilota solido, attento a non superare il limite e guidato da una squadra che affida a lui le chiavi del team. In una stagione che non avrà mai abbondanza di grandi nomi al via in modo costante, essere pronti ad approfittare di ogni occasione è vitale. Così ha fatto il francese, piazzatosi alle spalle dei migliori, esattamente quello che Wilson voleva. Nessuno è uscito, ma qualcosa in futuro potrà succedere.

Gregoire Munster senza infamia e senza lode, ha sbagliato si, tradito da un taglio insidioso, ma non gli si chiedeva di vincerlo questo Montecarlo. Per lui è importante fare esperienza e meno danni possibili. Ha mostrato buoni picchi velocistici ed in futuro avrà modo di migliorarsi. E’ l’unico tra i “grandi” ad essersi ritirato, ma fino alla prova 11 si era tolto lo sfizio di tenersi dietro Katsuta e Mikkelsen, ovvero uno che bivacca da anni su una vettura di vertice ed il Campione del Mondo WRC2 in carica.

TOYOTA E’ SOLO EVANS – In ottica iridata, se quest’anno Toyota ha un punto debole, sicuramente lo sono gli equipaggi. Takamoto Katsuta non è all’altezza per supportare Evans. Non siamo cattivi, lo si sapeva ancora prima di cominciare la stagione. Il problema non sono neanche i cinque e più minuti persi nella stessa curva che ha tradito Tanak venerdì’, ma dopo il gallese ed i piloti part-time Ogier e Rovanpera, Toyota è ben poca cosa da questo punto di vista. Resta la macchina da battere, salvo il problema all’ibrido che ha rallentato Evans, parole di Hyundai, ma mai come quest’anno la squadra giapponese è vulnerabile.

MIKKELSEN INGUARDABILE – Hyundai sorride per Neuville e Tanak, ma piange per Andreas Mikkelsen. Nessuno ad Alzenau, forse neanche lui, si sarebbero aspettati una partenza a rallentatore così per il norvegese. Le Rally1 sono auto difficili, terribilmente diverse rispetto alle Rally2 come stile di guida richiesto dall’ibrido in termine di frenata per caricare le batterie e dare il meglio. Servono kilometri e tante presenze per capire bene la macchina, ma Mikkelsen non ha mai avuto un lampo degno di nota in questi quattro giorni, uno scatto, una reazione che ci si aspetta da un pilota che ha vinto tre appuntamenti del WRC e diversi campionati nelle categorie di supporto. Male, malissimo. Sesto posto finale esclusivamente per demeriti altrui.

WRC2 DA APPLAUSI – Ci siamo divertiti tra le Rally1, ma anche lo spettacolo nel WRC2 non è stato certamente da meno! Una gara tiratissima, bellissima, avvincente ed emozionante, decisa solamente dopo la scalata finale al Turini. Poteva vincere chiunque tra Pepe Lopez, Yohan Rossel e Nikolay Gryazin, alla fine l’ha spuntata un commosso Rossel e va bene così. Il francese, che mai era stato in testa nel corso dell’evento, con la sua Citroen C3 Rally2 ha superato sul filo di lana Lopez, autore di una gara da incorniciare. Ma chiunque fosse salito sul podio alto di Montecarlo non avrebbe sfigurato, perché ci hanno fatto proprio divertire.

Nota stonata di questa meravigliosa lotta la mancanza di una Toyota Yaris Rally2, perché né Lefebvre né Pajari sono riusciti a tirare fuori il meglio dalla nuova tre cilindri nipponica. Se Pajari è giustificato dall’essere al primo Monte della e per non essere sul suo terreno più congeniale, preoccupa l’incapacità di Lefebvre di capire la vettura ed il suo setup. Serviranno affinamenti che potrebbero già saltare fuori in Svezia, soprattutto in ottica di un utilizzo “amatoriale” per i tanti noleggiatori pronti ad investire sulla vettura.

PUNTEGGI – Cerchiamo di riassumere, quanti punti si portano a casa i piloti dopo questo Montecarlo.

Thierry Neuville conquista 30 punti, con il primo posto del sabato, il primo posto della somma tempi della domenica e la vittoria della Power Stage.

Per Sebastien Ogier 24 punti, 15 del sabato, 5 con il terzo posto “virtuale” della domenica ed il secondo posto della Power Stage

Elfyn Evans è terzo con 21 punti, 13 il sabato, 6 con il secondo posto “virtuale” di oggi e 2 punti in Power Stage.

Ott Tanak quarto con 15 punti, 10 il sabato, 4 con il quarto posto di oggi e 1 punto in Power Stage.

Ci si rivede in Svezia tra tre settimane, sede del secondo appuntamento del WRC.

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