Posto di blocco, “Questa chat di WhatsApp è illegale”: se scrivi questo messaggio finisci al fresco in un minuto

Illustrazione di un posto di blocco (Canva FOTO) - rally.it

Illustrazione di un posto di blocco (Canva FOTO) - rally.it

La situazione è particolare, e basta la scrittura di un messaggio per passare i guai. Ma cosa sta succedendo?

I posti di blocco sono uno strumento fondamentale per garantire sicurezza sulle strade, soprattutto in situazioni eccezionali. Non si tratta di controlli casuali, ma di operazioni pianificate, spesso legate a ricerche urgenti, minacce o alla sicurezza pubblica.

Quando ci si imbatte in un posto di blocco, è obbligatorio fermarsi. Le forze dell’ordine devono essere ben riconoscibili, in divisa e con i segnali corretti, come la classica paletta o i cartelli “ALT POLIZIA”.

Al conducente viene richiesto di esibire patente, libretto e assicurazione, ma in certi casi possono scattare controlli più approfonditi, come l’alcol test o la verifica del carico a bordo.

Ignorare un posto di blocco è una pessima idea. Le sanzioni sono molto severe: si rischiano multe salate, decurtazione dei punti della patente e anche denunce penali.

Quando l’idea sembra innocente

Sarà sicuramente capitato di dire di voler creare un gruppo Whatsapp con lo scopo di segnalare gli autovelox. All’apparenza sembra solo un modo per aiutarsi tra automobilisti, un passaparola digitale tra chi condivide la stessa strada ogni giorno. Basta un messaggio veloce, magari con tanto di via e orario, e il gioco è fatto. Un gesto che può sembrare solidale, quasi banale, eppure nasconde qualche insidia in più.

Come riportato da GoWarranty, il punto è che queste chat non restano sempre tra amici. Segnalare sistematicamente la presenza di posti di blocco o controlli può trasformarsi in un problema serio dal punto di vista legale. Il rischio, spesso sottovalutato, è che un’azione nata magari per furbizia o per senso di “comunità stradale” finisca per ostacolare il lavoro delle forze dell’ordine. E lì, la questione cambia tono.

Illustrazione di un posto di blocco (Canva FOTO) - lagoleada.it
Illustrazione di un posto di blocco (Canva FOTO) – lagoleada.it

Cosa dice la legge e cosa può succedere

Come riportato da GoWarranty, Nel momento in cui si crea, o anche solo si partecipa, a un gruppo WhatsApp dedicato a segnalare autovelox o pattuglie, si può incorrere nel reato di interruzione di pubblico servizio, previsto dall’articolo 340 del codice penale. La pena varia a seconda del ruolo: chi partecipa può finire con un anno di reclusione, mentre promotori e amministratori rischiano da uno a cinque anni di carcere. 

E non è tutto. C’è anche un lato amministrativo da considerare: il Codice della Strada prevede multe da 802 a 3.212 euro e persino la confisca del telefono usato per comunicare. Un gesto apparentemente innocuo, tipo abbassare gli abbaglianti per “avvisare” chi arriva, può costare 42 euro e la perdita di un punto sulla patente.