UFFICIALE: benzina a 2€ al litro, pagheremo per colpa delle guerre in tutto il mondo | Nuova mazzata per gli automobilisti
Benzina (Pixabay foto) - www.rally.it
Le tensioni geopolitiche globali continuano a innescare preoccupazioni economiche, e il settore dei carburanti è nuovamente sotto pressione.
Ogni volta che si accende una nuova crisi geopolitica, il mercato risponde con fenomeni speculativi che possono avere un impatto diretto sulla vita quotidiana. Attualmente, l’attenzione è puntata su un nuovo scenario di tensione che sta riproponendo un copione già visto in passato: l’aumento dei costi del petrolio e, di conseguenza, dei carburanti alla pompa.
Le dinamiche internazionali, in particolare, stanno generando incertezza e instabilità, elementi che si riflettono inevitabilmente sui prezzi delle materie prime. Questo si traduce in un potenziale rincaro per i consumatori, che potrebbero trovarsi ad affrontare costi più elevati per spostarsi.
La situazione attuale è resa ancora più complessa da fattori che potrebbero avere ripercussioni immediate su famiglie e imprese. Esperti del settore hanno già lanciato l’allarme, calcolando gli effetti delle tensioni in atto sulle spese degli italiani.
Preparatevi a un possibile impatto sulle vostre finanze, con il costo della benzina e del diesel che potrebbe raggiungere soglie preoccupanti, aggiungendo una nuova “mazzata” per gli automobilisti.
Allarme Carburanti
Assoutenti e il C.r.c. lanciano l’allarme: le tensioni globali, in particolare la crisi USA-Israele-Iran e la potenziale chiusura dello stretto di Hormuz, potrebbero far schizzare i prezzi di benzina e diesel oltre i 2 euro al litro, con rincari significativi per gli automobilisti.
Allo scoppio di una nuova crisi geopolitica, i fenomeni speculativi sono sempre pronti a sbucare dietro l’angolo, motivo per cui la benzina potrebbe presto superare quota 2 euro al litro. Sotto i riflettori c’è ovviamente la crisi USA-Israele-Iran, per la quale sta andando in scena lo stesso copione visto con la guerra Russia-Ucraina: un aumento indiscriminato, e spesso ingiustificato, del petrolio e di conseguenza dei carburanti alla pompa. Questa volta, inoltre, potrebbe esserci una complicazione aggiuntiva: la chiusura dello stretto di Hormuz, un evento che avrebbe ripercussioni immediate sui cittadini italiani e sulle imprese.

Cosa succede?
A dirlo è un allarme congiunto di Assoutenti e del Centro di formazione e ricerca sui consumi (C.r.c.), che hanno provato a calcolare gli effetti delle tensioni in atto sulle tasche degli italiani. Ebbene, i prezzi dei carburanti, che nella scorsa settimana hanno già subito un corposo rialzo, potrebbero raggiungere livelli preoccupanti con la chiusura dello stretto di Hormuz. Qualora il petrolio arrivasse a costare 100 dollari al barile, sarebbe lecito aspettarsi prezzi alla pompa attorno ai 2 euro sia per la benzina che per il diesel.
Se già adesso, rispetto alla prima settimana di giugno, un pieno di benzina costa circa 3 euro in più, con il pieno di diesel a +4,2 euro, con un aggravarsi della crisi si arriverebbe a pagare il pieno di benzina 16,7 euro in più rispetto a inizio giugno. Questo si tradurrebbe in un aggravio di +402 euro su base annua, ipotizzando due pieni al mese. Passando al gasolio, il prezzo potrebbe raggiungere 1,95 euro al litro, ovvero +18,4 euro per ogni pieno e +442 euro all’anno.
