Auto usate, scoperto il metodo dei truffatori: un numero basta per fregare milioni di persone | Se non stai attento ti rifilano un catorcio
Trucco auto usate (Canva foto) - www.rally.it
Un dettaglio apparentemente insignificante può trarre in inganno anche l’acquirente più esperto e danneggiare l’intero mercato.
Nel mondo delle auto usate, ci sono parametri che influenzano il valore di un veicolo in modo decisivo. Uno su tutti è il chilometraggio, spesso considerato il primo indicatore della salute complessiva del mezzo. Ma proprio questo dato, in apparenza semplice e affidabile, può diventare l’arma preferita di chi agisce in malafede. Non sempre i numeri dicono la verità, soprattutto quando vengono manomessi per convenienza.
Molti acquirenti si sentono sicuri affidandosi a controlli visivi, all’aspetto della carrozzeria o alla cura degli interni. Tuttavia, il vero inganno si nasconde sotto la superficie, dove nessun occhio inesperto riesce ad arrivare. In assenza di strumenti adeguati, diventa quasi impossibile riconoscere una frode ben orchestrata, che può costare migliaia di euro a chi acquista in buona fede.
Il mercato europeo dell’usato è vasto, dinamico, ma anche profondamente vulnerabile. La fiducia tra venditore e acquirente è spesso data per scontata, ma in realtà si basa su equilibri fragili. Un numero modificato può alterare l’intero valore percepito di un veicolo, con ricadute economiche molto più ampie di quanto si immagini. E proprio in Italia, questa pratica ha raggiunto livelli allarmanti.
I meccanismi dietro questa truffa sono tanto semplici quanto efficaci. Una singola alterazione basta per compromettere un’intera compravendita, e le vittime non sempre si accorgono del raggiro in tempo. Ma qual è la reale portata del problema? E perché, nonostante la sua diffusione, sembra così difficile da contrastare?
Un fenomeno diffuso ma ancora sottovalutato
La manipolazione del contachilometri genera ogni anno perdite per 467 milioni di euro solo in Italia, secondo quanto riportato da Auto Blog. A livello europeo, si parla di oltre 5 miliardi di euro. Un dato impressionante, che mostra quanto questa frode sia diffusa e allo stesso tempo invisibile agli occhi della maggior parte dei consumatori. Riducendo i chilometri, si altera il valore di mercato del veicolo fino al 25%, danneggiando in modo sistemico tutto il settore.
Paesi come Italia, Francia, Germania e Regno Unito sono ai vertici di questa classifica poco onorevole. Il problema non riguarda solo le auto di fascia economica: anche modelli di alta gamma subiscono manipolazioni, rendendo il fenomeno trasversale e difficile da arginare. La mancanza di un sistema informativo europeo centralizzato rende inoltre impossibile tracciare in modo uniforme la cronologia dei veicoli.

Il cuore della truffa nascosto in un dettaglio
Il meccanismo è semplice: bastano pochi minuti e un dispositivo economico per falsificare il chilometraggio. Un’auto da 7.500 euro può essere rivenduta a 10.000 euro, grazie alla sola apparenza di un utilizzo ridotto. In assenza di controlli accurati, l’inganno passa inosservato e si ripete migliaia di volte ogni anno.
L’unico strumento realmente efficace resta il report storico del veicolo. Piattaforme come carVertical permettono di individuare anomalie e tutelare gli acquirenti, ma la loro diffusione è ancora limitata.
