Bottiglia d’acqua in auto, scatta l’allarme: lo dice la scienza, se la bevi la tua salute è a rischio | Questo gesto ti manda all’ospedale
Bottiglia d'acqua in auto (Depositphotos foto) - www.rally.it
Lasciare l’acqua in auto sembra un gesto abbastanza innocuo, ma c’è un dettaglio importante che fa la differenza.
Capita a tutti, no? Hai una giornata piena, sali in macchina e ti accorgi che — toh — c’è ancora lì quella bottiglietta d’acqua dimenticata giorni fa. Un gesto che sembra senza conseguenze, anzi, per molti è un’abitudine comoda. La lasci lì “per sicurezza”, nel caso ti venga sete mentre sei in giro. Ma… ti sei mai chiesto se sia davvero una buona idea?
L’acqua, alla fine, è acqua. È trasparente, non puzza, il tappo è chiuso… quindi perché preoccuparsi? Il punto è che non guardiamo mai cosa succede “dietro le quinte”. E questo succede soprattutto d’estate, quando l’auto si trasforma — letteralmente — in un piccolo forno ambulante.
È anche una questione culturale, forse. Non ci abbiamo mai pensato troppo. Quella bottiglia sta lì, non dà fastidio, ci salva ogni tanto… quindi chi ci pensa a buttarla? O a sostituirla? E invece, proprio quella distrazione che sembra insignificante potrebbe nascondere qualcosa che non immaginiamo. No, non è catastrofismo — è solo un’osservazione che vale la pena fare.
Quello che ci sfugge è che l’interno di un’auto parcheggiata sotto il sole può raggiungere temperature altissime. Molto più di quanto ci aspettiamo. A quel punto, l’acqua che tanto ci sembrava salva potrebbe non essere più quella di prima.
Quando la fisica entra in macchina con te
A spiegare tutta questa storia con parole semplici ci ha pensato il professore Vincenzo Schettini, fisico molto seguito anche sui social, che ha detto la sua dalle pagine di Ascuolaoggi. Secondo lui, una macchina esposta al sole può arrivare tranquillamente a 65 gradi. Non è un’iperbole: è proprio quello che succede ogni estate.
Schettini spiega che con quel calore estremo la plastica della bottiglia comincia a cedere, a livello chimico. I suoi componenti si degradano e finiscono nell’acqua. Ora, la FDA (l’ente americano che si occupa anche di sicurezza alimentare) sostiene che le quantità siano minime, ma è comunque meglio evitare il rischio. Se bevi quell’acqua di tanto in tanto, forse non succede nulla. Ma se diventa una routine… beh, allora il discorso cambia. Ma cosa può succedere? E come si può rimediare?

Cosa succede e i rimedi
La vera questione sta in quei materiali che sembrano innocui. La plastica sotto stress termico si trasforma, rilasciando sostanze che non dovrebbero finire nel nostro organismo. Non parliamo di effetti immediati, tipo “bevo e sto male”, ma di un’esposizione costante e prolungata che nel tempo potrebbe diventare problematica.
Schettini consiglia qualcosa di semplice e pratico: dimentica le bottigliette in plastica e passa alle borracce termiche. Non solo sono più sicure, ma aiutano anche l’ambiente. E poi mantengono l’acqua fresca — che non è affatto male, no? Quelle borracce sono isolate termicamente, quindi il calore non riesce a entrare facilmente. Così l’acqua rimane buona anche dopo ore. Certo, non due mesi… ma sicuramente meglio che bere un infuso di plastica.
