“Non so chi stava guidando”: non usarla come scusa, ti arriva la SECONDA MULTA | 1.150 € in più: il tuo conto in banca va subito in rosso

Polizia

Controlli della polizia multa (Canva foto) - www.rally.it

Una semplice omissione può tradursi in una pesante sanzione economica: scopri cosa rischi davvero se non riveli chi guidava.

Capita a molti di ricevere una contravvenzione e pensare di cavarsela con una risposta evasiva. Dire “non ricordo chi era al volante” sembra una scappatoia innocua, ma in realtà può rivelarsi un boomerang. Dietro una frase tanto comune si nasconde infatti una conseguenza imprevista che pochi conoscono davvero.

Il punto non è solo la multa originaria: il problema arriva dopo. Non comunicare le informazioni richieste può trasformarsi in una seconda sanzione, capace di pesare molto più della prima. E non si parla di cifre simboliche, ma di somme che incidono davvero sul portafogli.

Per molti automobilisti, questo dettaglio passa inosservato fino al momento in cui si trovano la notifica in mano. E allora la sorpresa è amara. Come spiega “La Legge per Tutti”, la normativa non lascia spazio a interpretazioni: il proprietario del veicolo è obbligato a indicare chi guidava, senza scorciatoie o silenzi.

La questione non riguarda solo la correttezza formale. È un dovere che il legislatore considera essenziale per garantire il sistema dei punti e la responsabilità di chi è alla guida. Ed è proprio la legge, con l’articolo 126-bis del Codice della Strada, a chiarire le conseguenze concrete per chi decide di non collaborare.

Quando il silenzio diventa un errore costoso

Se il proprietario non comunica i dati del conducente entro i 60 giorni stabiliti, scatta automaticamente una nuova sanzione. L’importo varia, ma non è mai leggero: si va da circa 291 euro fino a oltre 1.160 euro. Un intervallo ampio, che dipende dalla valutazione dell’autorità competente, ma sufficiente a mettere in difficoltà chi pensava di cavarsela con una frase buttata lì.

C’è poi un aspetto da chiarire: questa seconda multa non comporta perdita di punti, ma resta pur sempre un esborso importante. Dire semplicemente “non so chi stava guidando” non è considerato un motivo valido, a meno che non ci siano ragioni serie e documentabili. Senza prove concrete, il rischio di trovarsi una nuova cartella da pagare è altissimo.

Multa
Multa al guidatore (Canva foto) – www.rally.it

La trappola della “seconda multa”

Ecco perché la leggerezza di una risposta può diventare un vero incubo burocratico. La legge considera il silenzio come una mancata collaborazione, punita con la stessa severità di una violazione diretta. Un dettaglio che molti scoprono solo dopo aver ricevuto la notifica con l’importo da saldare.

In sostanza, la convinzione che basti non rispondere o fingere di non sapere chi fosse al volante si rivela un errore costoso. Il Codice della Strada non ammette scuse generiche, e ignorare l’obbligo di comunicazione significa aprire la porta a una seconda, salata sanzione che può arrivare a superare la multa originaria.