“Perdiamo 5 milioni al giorno”: questo marchio di auto è in crisi, tutta colpa dei cyber criminali | Dovrà chiudere presto

Attacco

Attacco informatico JLR (Canva foto) - www.rally.it

Un cyber attacco mette in ginocchio la casa automobilistica: produzione bloccata e perdite economiche enormi in quattro Paesi.

Negli ultimi anni il mondo dell’auto è cambiato velocemente. Le fabbriche sono diventate sempre più digitali, con sistemi informatici capaci di coordinare ogni fase della produzione. Questo salto tecnologico ha permesso alle aziende di guadagnare in velocità ed efficienza, ma ha anche aperto nuove vulnerabilità. Oggi un problema non arriva solo dalle materie prime o dai mercati: può nascere da un clic nascosto nel buio del web.

Un tempo le grandi crisi erano legate a scioperi o difficoltà economiche. Oggi, invece, a piegare i giganti dell’automotive può bastare un cyber attacco. E quando i computer si fermano, si ferma tutto: linee di montaggio, fornitori, concessionari e perfino i clienti che aspettano la loro nuova auto. La digitalizzazione ha dato molto, ma ha reso l’intero settore più fragile.

Dietro i numeri freddi delle perdite si nasconde un effetto domino capace di travolgere ogni anello della catena. Una falla nei sistemi, in poche ore, può bloccare la produzione in più Paesi contemporaneamente. Non si tratta più di episodi isolati: la sicurezza informatica è ormai un terreno di battaglia quotidiano, che le aziende devono affrontare con la stessa attenzione che dedicano all’innovazione.

Gli esperti lo ripetono da tempo: quando la produzione si ferma, il conto è immediato. Non si perdono solo profitti, ma anche la fiducia del mercato e la solidità di un marchio costruita in decenni. Per questo ogni attacco informatico diventa un campanello d’allarme che richiama l’intero settore a una nuova consapevolezza.

Un gigante colpito al cuore

Dal 1° settembre, il gruppo JLR, che controlla i marchi Jaguar e Land Rover, si è trovato davanti a uno scenario da incubo. Un attacco informatico di portata mondiale ha paralizzato la produzione in Regno Unito, India, Cina e Slovacchia. Come scrive Auto Blog, ogni giorno l’azienda perde circa 5 milioni di sterline di profitti, con oltre mille auto in meno pronte a uscire dalle fabbriche. La conseguenza immediata è un rallentamento che tocca concessionari e clienti, costretti ad attendere tempi più lunghi per ricevere i veicoli.

Il professor David Bailey della Birmingham Business School avverte che l’effetto potrebbe non esaurirsi in poche settimane. L’azienda si trova in una fase cruciale, con la sfida dell’elettrificazione alle porte e una catena di fornitura già in difficoltà. Per questo ogni giorno di fermo rischia di trasformarsi in un macigno sul futuro finanziario e sull’immagine di JLR.

JLR
JLR industria (Facebook foto) – www.rally.it

Oltre le perdite economiche

Il danno non riguarda solo i conti. A vacillare è soprattutto la fiducia: investitori e partner guardano con preoccupazione a un marchio che per decenni è stato sinonimo di solidità. L’azienda, intanto, lavora per ripristinare i sistemi e mettere al sicuro i dati compromessi, ma le ripercussioni sono già visibili.

Fornitori in crisi per mancanza di componenti, concessionari senza auto da consegnare e clienti costretti ad aspettare: l’attacco a JLR è un monito per tutto il settore. Non basta più correre verso l’innovazione, serve anche protezione. Per il gruppo britannico la sfida sarà ripartire al più presto e riconquistare la fiducia di chi crede ancora nella forza dei suoi marchi.