ULTIM’ORA Codice della strada, approvata la “legge della tessera” | Prendila subito o la paghi cara: ti tolgono pure la patente
Patente e uomo disperato (Depositphotos foto) - www.rally.it
Il possibile inserimento di una tessera per particolari tipologie di guidatori ha acceso il dibattito sui diritti alla guida.
Negli ultimi mesi, il tema della guida in determinate condizioni ha generato un acceso dibattito. Norme sempre più severe e controlli più stringenti hanno spinto diverse categorie di cittadini a chiedere maggiore chiarezza, soprattutto in ambito sanitario. Alcuni cittadini si trovano spesso in una situazione di incertezza, tra il rispetto delle cure prescritte e il timore di incorrere in sanzioni.
La discussione non è solo giuridica, ma anche profondamente sociale, poiché tocca la quotidianità di migliaia di persone. Il problema nasce quando la normativa, anziché tutelare, rischia di penalizzare proprio chi si attiene scrupolosamente alle indicazioni. L’equilibrio tra sicurezza stradale e diritti è diventato così uno dei punti più controversi.
In questo contesto si inserisce una nuova iniziativa istituzionale che ha fatto molto discutere. Le ipotesi avanzate a livello ministeriale sembrano voler trovare una soluzione tecnica a un problema normativo, ma la risposta non è così semplice. Alcune proposte, benché nate con intenzioni pratiche, stanno sollevando questioni delicate sul piano della privacy e della discriminazione.
L’incertezza normativa sta generando disagio anche tra le stesse forze dell’ordine. Intanto, associazioni di pazienti e professionisti del diritto chiedono che vengano considerati il contesto e i diritti fondamentali delle persone in cura. La percezione è che si stia procedendo troppo in fretta, senza il necessario confronto con chi questa realtà la vive ogni giorno.
Una proposta che solleva più dubbi che certezze
Come riportato da IlFattoQuotidiano.it, e ripreso da Cannabisterapeutica, durante il primo incontro del tavolo tecnico convocato dal Ministero dei Trasporti, è emersa l’ipotesi di introdurre una tessera digitale, un QR code o un codice da applicare sulla tessera sanitaria per i pazienti che assumono farmaci psicotropi. Lo scopo dichiarato sarebbe quello di facilitare i controlli da parte delle forze dell’ordine, evitando confusione in caso di positività a sostanze stupefacenti durante i test.
Questa misura, però, è stata giudicata da molti come fortemente discriminatoria. Diverse voci, tra cui quella di Elisabetta Biavati, presidente dell’Associazione pazienti cannabis medica, hanno espresso forte preoccupazione per la violazione della privacy. Biavati, unica rappresentante di associazioni pazienti invitata al tavolo, ha raccontato il clima di ansia che sta crescendo tra chi si cura con la cannabis terapeutica, sottolineando l’urgenza di chiarezza normativa prima delle vacanze estive.

Quando la legge ignora la realtà clinica
Il vero nodo della questione è il nuovo Codice della Strada, che prevede il ritiro della patente anche in assenza di alterazione alla guida, basandosi unicamente sulla positività agli stupefacenti. Una previsione che, per i pazienti con regolare prescrizione, risulta paradossale: la positività è costante, ma non significa essere alterati.
Il giurista Giovanni Maria Riccio, intervistato sempre da IlFattoQuotidiano.it, ha evidenziato i rischi di un sistema digitale che espone i dati dei pazienti a potenziali abusi o violazioni. “Tesserini o bollini aggraverebbero la violazione della privacy”, ha spiegato, sottolineando come l’intera struttura normativa sembri più orientata a una forma di profilazione sociale che a garantire la sicurezza. Secondo Riccio, l’impianto della legge potrebbe addirittura essere incostituzionale per come colpisce indiscriminatamente tutti coloro che risultano positivi, senza considerare la loro condizione terapeutica.
