Dal letame arriva il nuovo carburante: altro che elettrico, il vero futuro delle auto arriva dagli animali | Lo stanno già usando
Letame, la nuova frontiera di energia pulita? (DepositPhotos) - Rally
Il letame potrebbe rappresentare il carburante pulito del futuro? Sembra di sì, anzi c’è chi lo usa già da ora: il caso italiano
Negli ultimi anni, il dibattito sull’energia pulita ha trovato nell’elettrico il suo principale protagonista. Auto a batteria, colonnine di ricarica e incentivi statali hanno contribuito a spingere l’opinione pubblica verso quella che molti considerano la strada maestra per un futuro sostenibile.
Tuttavia, nonostante i grandi passi avanti, la mobilità elettrica presenta ancora diversi limiti, come i costi di produzione elevati e le difficoltà legate allo smaltimento delle batterie.
Eppure, proprio nel cuore della campagna italiana, sta prendendo forma una soluzione alternativa che potrebbe cambiare le carte in tavola. Una fonte di energia tanto insolita quanto efficace: il letame.
In che modo il letame potrebbe essere usato come fonte di energia per le auto del presente e del futuro? Ecco tutto quello che c’è da sapere a questo proposito.
Letame come energia pulita: è realmente possibile riuscirci?
Questa nuova frontiera dell’energia rinnovabile non nasce nei laboratori delle grandi multinazionali, ma tra le stalle e i campi delle aziende agricole. È un ritorno alla natura, dove nulla si spreca e tutto si trasforma, persino ciò che sembrava inutile. L’innovazione è arrivata proprio dalla campagna italiana, in provincia di Piacenza.
Come riporta il sito omnitrattore.it, un’azienda agricola della provincia di Piacenza ha deciso di scommettere sul letame per creare biometano. L’idea, nata come esperimento, si è trasformata in un progetto di successo. Attraverso un impianto dedicato, i reflui animali vengono trasformati in un carburante pulito, pronto per essere utilizzato non solo nei mezzi agricoli, ma anche nelle auto comuni. I vantaggi sono molteplici: si riduce l’impatto ambientale, si abbassano i costi energetici e si valorizzano gli scarti di produzione. Inoltre, l’azienda riesce a rendersi più autonoma, producendo internamente parte dell’energia necessaria alle proprie attività.

Il processo di creazione di carburante
Il segreto di questo processo è il biodigestore, un impianto capace di trasformare materiale organico in gas. Qui, il 70% dell’alimentazione proviene dai reflui bovini, mentre il restante 30% è composto da trinciato di triticale e paglia. Nessuna traccia di mais, nel rispetto delle certificazioni nazionali sui biocarburanti e per garantire un approccio sostenibile anche dal punto di vista agricolo.
All’interno del sistema, il biogas prodotto viene purificato con un processo complesso ma efficiente: passa attraverso scrubber ad acqua, filtri a carboni attivi e membrane selettive. Il risultato è un metano con una purezza superiore al 98%, pronto per essere stoccato e utilizzato.
