Formula 1, stavolta l’accusa è pesantissima: “Come una processione” | Il pilota ha svuotato il sacco
Monoposto e ragazza preoccupata (Canva-Shutterstock foto) - www.rally.it
Uno dei piloti maggiormente esposti tuona contro l’intero sistema. Secondo lui il problema è tutto da ricercare in questo elemento
La storia della Formula 1 è stata caratterizzata da momenti esaltanti, destinati a marchiare le pagine dello sport mondiale, non limitandoci esclusivamente alle monoposto, ma nemmeno ai soli motori, consegnando determinate istantanee all’eternità.
E sono senza dubbio questi gli avvenimenti che hanno contribuito ad estendere la passione per le corse agonistiche ad una platea di affezionati sempre crescente, volenterosa di assistere in prima persona a momenti simili.
Come in ogni ambito della vita, però, vale la pena considerare anche quello che è il rovescio della medaglia. In 75 anni di storia, infatti, non sono mancati momenti particolarmente controversi che hanno seriamente rischiato di sporcare la trama di questo sport.
Si parla di tensioni crescenti tra la FIA e le scuderie, scontri tra piloti rivali in pista, ma anche tra compagni di casa, a bordo della medesima monoposto. E poi decisioni politiche che entrano in campo e stravolgono l’andamento dei campionati, imposizioni derivanti dall’alto e chi più ne ha più ne metta.
Si prospetta un terremoto interno?
Allo stato attuale, più di qualcuno si è espresso con toni polemici nei confronti della Formula 1 odierna, riferendosi specificamente ad una competitività sempre minore, all’assenza di strategie che rendano le gare avvincenti, rendendole, al contrario, noiose, addirittura scontate. E’ con queste parole che si è espresso il pilota albionico George Russell, facente parte della Scuderia Mercedes, che ha ottenuto la sesta posizione nella graduatoria finale al termine dell’ultimo Gran Premio disputato negli Stati Uniti.
Proprio al termine della disputa, che lo aveva visto partire alla quarta posizione della griglia, perdendo due piazze nel corso delle centinaia di metri iniziali del tragitto, senza più riuscire a recuperare, ha messo in chiaro quello che, dal suo punto di vista, condiviso da molti altri tra spettatori e addetti ai lavori, risulta essere il principale problema del Motorsport odierno: “La Formula 1 è una gara verso la prima curva. Ormai tutto si decide in qualifica e alla partenza, per poi diventare una processione“. Parole forti che hanno scosso l’ambiente, invitando qualcuno ad accurate riflessioni.

L’origine dei problemi secondo il pilota
Questa condizione è da attribuire soprattutto all’eccessiva omogeneità, in termini di prestazioni, tra le scuderie che si trovano ogni weekend ad occupare le posizioni di vertice in classifica. C’è spazio anche per “puntare il dito”, seppur indirettamente, verso i produttori delle gomme, ossia la nostrana Pirelli, affermando che nonostante la società meneghina faccia del proprio meglio, il fatto che le gomme risultino eccessivamente rapide nella degradazione impedisce ai piloti di spingere con maggiore decisione, così come la presenza, talvolta, di pneumatici eccessivamente resistenti all’usura, porta i giri in pista a risultare fin troppo privi di spettacolo.
Russell lancia un’esortazione chiara – e chissà che nell’imminente futuro non possa essere raccolta da chi di dovere -, indicando la necessità di pneumatici che, a fronte di un inizio a tutto sprint, comincino a perdere prestazione già a partire dal quindicesimo giro circa, o al massimo al ventesimo nel caso in cui si montino alternative dure, prima di calare di colpo in fatto di resistenza, rendendo la parte finale delle gare maggiormente avvincenti, caratterizzate da repentini cambi di strategia e frequenti pit-stop. A riportare la notizia è Fanpage.it.
