“Ho dimenticato la patente”: questo errore ti costa la galera | Non lasciarla mai a casa o è la fine
Patente e uomo disperato (Depositphotos foto) - www.rally.it
Dimenticare la patente può sembrare un errore banale, ma in alcuni casi può trasformarsi in un problema davvero serio.
Capita a tutti, prima o poi. Uscire di fretta, prendere le chiavi al volo e… dimenticare qualcosa. Magari il portafoglio, magari la patente. Un classico. A prima vista sembra una sciocchezza, nulla che non si possa sistemare in pochi minuti. Però, in alcuni casi, questa piccola distrazione può trasformarsi in un grosso guaio. E no, non si parla solo di una multa.
Pensaci: quante volte hai guidato senza controllare di avere tutti i documenti con te? Succede, è umano. Ma la patente non è solo un pezzo di plastica da tenere nel cruscotto, è un’autorizzazione vera e propria. Senza quella, tecnicamente, non dovresti nemmeno stare al volante. E se ti fermano? Beh, il problema può diventare ben più serio di quanto immagini.
In un’epoca in cui la sicurezza sulle strade è sempre più al centro del dibattito pubblico, anche un dettaglio come questo viene preso molto sul serio. Non si tratta solo di regole, ma di responsabilità. E la legge, quando si parla di certe infrazioni, tende a essere meno indulgente.
La differenza sta proprio lì: una cosa è sbagliare, un’altra è fregarsene delle regole. E quando c’è un determinato comportamento, la legge cambia tono. Diventa più dura. Ma… dove finisce la tutela della collettività e dove inizia l’eccesso di severità? È questa la domanda che ha fatto discutere in tribunale, e non poco.
Una regola contestata, ma solo da alcuni
Tutto è partito da un caso a Firenze, come riporta Il Fatto Quotidiano. Un giudice ha messo in discussione una norma ben precisa: quella che punisce penalmente chi viene beccato due volte in due anni a guidare senza patente. Secondo lui, è una misura troppo rigida. Perché se alla prima infrazione prendi solo una sanzione amministrativa, la seconda dovrebbe portarti addirittura davanti a un giudice? (O nei casi più gravi, in carcere?).
Il magistrato ha citato l’articolo 116, comma 15 del Codice della Strada, sostenendo che la recidiva non dovrebbe contare così tanto. Anzi, che si rischia di trasformare una semplice infrazione in un “reato d’autore”, punendo più la persona che il gesto. Ecco, il punto era questo: una legge troppo sbilanciata sulla colpa personale, che non considera il contesto o eventuali attenuanti. La palla, a quel punto, è passata alla Corte costituzionale.

La risposta della corte? Nessuno sconto
Con la sentenza n. 154 del 2025, la Consulta ha deciso di non accogliere l’eccezione. Tradotto: la legge resta com’è. Chi viene sorpreso a guidare senza patente due volte in un biennio, secondo i giudici, sta consapevolmente ignorando le regole. E quindi, sì, merita di affrontare le conseguenze — anche gravi.
La Corte ha anche spiegato che, nonostante il sistema penale cerchi di evitare il carcere quando possibile, ci sono situazioni in cui la pena detentiva ha senso. Guidare senza patente non è solo una formalità: è un comportamento pericoloso, che mette a rischio tutti. E se uno ci ricasca, il segnale è chiaro: non ha imparato nulla. In quel caso, per la Consulta, non si tratta di discriminazione, ma di tutela della collettività.
