Multe auto, è sparito l’incubo: sono tutte illegittime | La polizia ha scoperto tutta la verità, non farti ingannare dal verbale
Uomo felice e multa annullata (Depositphotos foto) - www.rally.it
Sembravano multe autentiche, ma ecco cosa si nascondeva dietro quei fogli: attenzione a questi particolari.
Quante volte, tornando alla macchina, ci si ritrova un foglietto sotto al tergicristallo e il cuore fa un balzo? La reazione è quasi automatica: “E adesso quanto mi costa?”. Ma davvero ci fermiamo mai a guardarlo bene quel pezzo di carta?
Nella maggior parte dei casi no, si paga e basta. Peccato che si sia capito molto bene come sfruttare questa nostra abitudine. I verbali sembrano tutti uguali, stessi colori, stesse parole, stesso tono da linguaggio-burocratese che mette soggezione.
Basta un timbro, un logo messo lì, e il gioco è fatto. Siamo talmente abituati a fidarci dell’aspetto formale che ci dimentichiamo di controllare quello che conta davvero. Eppure, certe piccole situazioni dovrebbero far scattare l’allarme.
Il foglio non viene mai buttato lì a caso, ma infilato con cura, quasi con “stile”. È questo il problema: quando tutto sembra a posto, non ci si fa domande. E invece bisognerebbe, perché spesso si potrebbero scoprire irregolarità clamorose.
Sembrava tutto regolare, invece…
Tutto è cominciato da una semplice segnalazione, una di quelle cose che capitano solo se qualcuno si prende la briga di osservare davvero. A Firenze, una donna ha notato un tipo che si aggirava tra le auto parcheggiate con aria sospetta. Stava lasciando foglietti sui parabrezza, uno dietro l’altro. Ha chiamato la polizia, e da lì è venuto fuori qualcosa di assurdo: l’uomo aveva con sé ben 142 multe false.
I fogli sembravano in tutto e per tutto delle contravvenzioni ufficiali. Ma a guardarli meglio, no, c’erano delle discrepanze evidenti: formato sbagliato, un solo QR code anziché due, simboli messi un po’ alla buona. Ah, e un errore di battitura clamoroso: “dispozitivo” invece di “dispositivo”. Come riportato da Virgilio Notizie, l’inganno era costruito bene, ma non abbastanza da passare inosservato. Ma dov’era la magagna?

Ecco cosa c’era davvero dietro quei fogli
Il trucco era nel QR code. Scansionandolo, si apriva una pagina web che copiava alla perfezione il sistema PagoPA, ma era solo una brutta imitazione. Si poteva pagare con PayPal o carta, peccato che il nome del destinatario comparisse solo alla fine, dopo aver inserito i dati. Una mossa furba per evitare sospetti prima del pagamento. Ma per fortuna, qualcosa non ha funzionato.
Il tipo – 42 anni, senza precedenti – è stato denunciato per tentata truffa aggravata e falsità materiale. I 142 verbali sono stati sequestrati, e le indagini proseguono per capire se ci siano complici o altre vittime. Intanto, la polizia invita tutti a fare attenzione: controllate bene le multe, guardate i dettagli, i simboli, i QR code. Perché anche una “multa” apparentemente normale, se falsa, può diventare un bel guaio.
