Quest'immagine è di proprietà di Renault SAS, e/o delle sue filiali o di terzi che hanno autorizzato Renault SAS e/o le sue filiali a utilizzarli. Autorizzato l'uso a fini editoriali (media.dacia.it)
La squadra Dacia amplia il progetto Sandriders puntando al 2026 con nuove ambizioni.
Nel mondo dei motori, ci sono progetti che nascono per osare. E poi ce ne sono altri che, pur partendo in sordina, finiscono per attirare l’attenzione grazie a una strategia coerente e scelte di sviluppo mirate. Il percorso intrapreso da Dacia con la linea Sandriders appartiene proprio a questa seconda categoria: un’iniziativa che, nel tempo, sta guadagnando credibilità nel panorama dei rally-raid internazionali.
Dietro la silhouette robusta e funzionale del Sandrider c’è una visione che supera la semplice partecipazione a un campionato. L’obiettivo sembra essere quello di costruire, tassello dopo tassello, una presenza solida e sostenibile nel settore dell’off-road estremo, senza tradire i principi di accessibilità e concretezza tipici del marchio Dacia. Una sfida non semplice, considerando i giganti che dominano storicamente queste competizioni.
Uno degli aspetti più interessanti di questa evoluzione è l’attenzione alla componente tecnica. Sandrider non è solo un mezzo da corsa: è un concentrato di sperimentazione e ricerca condivisa tra Dacia, Renault Group e Prodrive. Dall’estetica ispirata al concept Manifesto, passando per la cura dell’agilità e della leggerezza, ogni elemento punta a ottimizzare le prestazioni senza cadere nell’eccesso.
Ma le corse non si vincono solo con i mezzi. Servono scelte oculate anche nella composizione del team. Ed è proprio su questo fronte che il progetto Sandriders sembra voler fare un salto in avanti significativo, allargando la propria struttura e puntando su profili capaci di portare risultati e continuità.
Come riportato da ANSA, per il 2026 Dacia ha deciso di rafforzare ulteriormente la propria squadra introducendo una quarta vettura in gara. Una mossa che, oltre a rappresentare un segnale di crescita, testimonia la volontà di diversificare le strategie e aumentare le possibilità di risultato. A bordo del nuovo veicolo ci saranno il brasiliano Lucas Moraes e il copilota tedesco Dennis Zenz, due nomi già noti agli appassionati del rally-raid.
Moraes, già sul podio alla Dakar e protagonista in diverse tappe del campionato mondiale, rappresenta un profilo giovane ma già esperto, capace di adattarsi rapidamente alle situazioni più estreme. Zenz, dal canto suo, vanta una continuità di risultati e una solidità tecnica che lo rendono un copilota ideale per affrontare le tappe più dure del calendario.
L’arrivo del nuovo equipaggio si accompagna a una serie di aggiornamenti tecnici importanti sul Sandrider che debutteranno alla Dakar 2026. Tra questi: nuove soluzioni per ridurre il peso, miglioramenti al sistema di raffreddamento, visibilità e sicurezza, oltre all’introduzione di tecnologie avanzate come il raffreddamento casco e un software motore aggiornato.
La stagione 2026 promette di essere un banco di prova cruciale, con tappe impegnative in Portogallo, Argentina, Marocco e Abu Dhabi. L’ambizione dichiarata è chiara: non solo partecipare, ma competere al massimo livello. Come confermato da Tiphanie Isnard, Team Principal dei Sandriders, la scelta di Moraes e Zenz risponde a criteri precisi di prestazione e affinità con lo spirito del progetto.
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