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Già dalle premesse, con un elenco iscritti che presentava al via il più titolato pilota di rally della storia e due tra i più forti asfaltisti transalpini della disciplina, si poteva sospettare che lo spettacolo riservato dal Rallye Mont-Blanc Morzine ai tifosi sarebbe stato di altissimo livello.

Speranze ampiamente rispettate, merito di una gara che ha tenuto con il fiato sospeso tutti gli appassionati dalla prima all’ultima speciale (13 percorse sulle 16 programmate, di cui due annullate per frana ed una per eccesso di pubblico) sia per la vittoria finale che per le prestazioni delle “vecchiette terribili” con al volante due piloti che tanto giovani non sono: stiamo parlando ovviamente delle Peugeot 306 Maxi in mano a Sebastien Loeb e Francois Delecour, una gioia per gli occhi e per le orecchie.

Loeb ci ha provato fino all’ultimo a regalare un podio ad una delle vetture icona di fine anni 90, quella Kit Car che in tempi non sospetti ed in determinate condizioni si poteva permettere il lusso di impensierire le WRC di prima generazione. L’alsaziano, che tornava in gara con il compagno di mille battaglie Daniel Elena, ha dovuto rinunciare ad un immenso terzo posto sul filo di lana, quando i freni ed il cambio della 306 hanno alzato bandiera bianca, facendogli perdere una trentina di secondi. Un sesto posto finale che resta comunque una grandissima prestazione, considerando l’enorme mole di competitor presenti in gara con le ben più moderne R5, togliendosi pure lo sfizio di vincere una prova, la numero 12.

Non solo Loeb ha fatto emozionare il pubblico: anche Francois Delecour era partito con l’intento di divertire e divertirsi, ma la 306 gemella messagli a disposizione dal Sebastien Loeb Racing ha accusato problemi al cambio nel corso della decima speciale, che ha costretto al ritiro il vincitore del MonteCarlo 1994, quando le sue prestazioni si attestavano a circa 1 secondo/km più lento del “teammate” Loeb.

La vittoria finale è andata a Yoann Bonato su Citroen C3 Rally2, protagonista di una intensa lotta contro Quentin Giordano e la sua VW Polo R5. Il tre volte campione francese asfalto è sempre rimasto a stretto contatto del suo rivale, sorpassandolo nella decima speciale. Lo strappo decisivo è arrivato nel corso della PS14, quando Bonato ha rifilato quasi 10 secondi a Giordano, permettendogli di gestire la gara nelle due speciali conclusive. Eric Camilli aveva provato ad iscriversi alla lotta al vertice, ma l’ex ufficiale Ford M-Sport ha perso il contatto con la parte alta della classifica a causa di una foratura, che lo ha costretto ad una feroce rimonta conclusa con il quarto posto finale, alle spalle di Quentin Gilbert , terzo al traguardo dopo la “caduta” di Loeb.

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L’altro grande protagonista dei rally catramati di fine secolo e vincitore di tre Rallye Sanremo consecutivi, Gilles Panizzi, al via su Hyundai I20 R5, ha chiuso al quindicesimo posto assoluto.

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