Clamoroso, con questa frase addio per sempre alle multe | Dai la colpa ai tuoi amici e non paghi neanche un euro
Targa (PIXABAY FOTO) - www.rally.it
Un caso legale recente ha sollevato interrogativi sulla responsabilità individuale in merito a modifiche inattese sui veicoli.
Immaginate di ritrovarvi con una multa inattesa o di essere fermati per un’irregolarità sul vostro veicolo, come una targa alterata. La prima reazione potrebbe essere di preoccupazione e di ricerca del responsabile. Tuttavia, un’insospettabile linea difensiva, che potrebbe sembrare quasi una scusa banale, si è rivelata vincente in un recente contesto giudiziario.
Il principio alla base di questa difesa è che non sempre ciò che accade alla propria auto è frutto di una propria azione consapevole. Fattori esterni, come scherzi di amici o atti di ignoti, potrebbero influire sullo stato del veicolo a nostra insaputa. Questa prospettiva apre uno scenario interessante sulla responsabilità personale e sulla prova del dolo in contesti di infrazione.
In un’epoca in cui le multe e le sanzioni stradali sono all’ordine del giorno, trovare un cavillo o una spiegazione plausibile che possa scagionare un individuo è sempre un argomento di grande interesse. Il caso in questione ha evidenziato come le circostanze esterne possano giocare un ruolo cruciale nel determinare la colpevolezza o l’innocenza di un soggetto.
La vicenda giudiziaria ha messo in luce l’importanza della prova e dell’interpretazione delle intenzioni. Non è sufficiente che un’irregolarità sia presente, ma è fondamentale dimostrare che essa sia stata causata intenzionalmente dall’individuo fermato. Questa sottile ma determinante differenza può ribaltare l’esito di un procedimento, trasformando una potenziale sanzione in un’assoluzione.
Il caso specifico
Un uomo di 64 anni, addetto ai “Punti Blu” (rivendite di servizi autostradali come Telepass e Viacard), è stato fermato a Novate Milanese, in provincia di Milano, nel febbraio del 2023. A bordo di una Fiat Panda, intestata alla sua ex moglie, la targa del veicolo presentava una modifica realizzata con del nastro adesivo nero.
Nello specifico, la prima lettera della targa, una “D”, era stata alterata per assomigliare a una “B”. L’uomo è stato indagato per falso materiale, un’accusa seria data la natura della modifica su un documento identificativo del ve veicolo.

La tesi difensiva e l’assoluzione
Durante il processo, il pubblico ministero Alessia Menegazzo ha richiesto l’applicazione di una pena pecuniaria per l’imputato. Tuttavia, la difesa ha presentato un’argomentazione inaspettata. Ha sostenuto che l’alterazione della targa avrebbe potuto essere il risultato di uno scherzo di estranei, un atto non addebitabile direttamente all’uomo alla guida.
Il giudice Paolo Guidi ha accolto questa tesi difensiva, pronunciando l’assoluzione dell’uomo martedì 3 giugno. Questo caso sottolinea come, in determinate circostanze, la mancanza di prova del dolo o la possibilità di un’azione esterna non imputabile all’accusato possano portare a un verdetto di non colpevolezza.
