Autovelox, la truffa clamorosa: hai pagato centinaia di euro ma le multe erano illegittime | Ora ti devono restituire tutti i soldi

Autovelox e problemi (Depositphotos foto) - www.rally.it

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Quando la multa sembra solo l’ennesima seccatura da pagare senza pensarci troppo, ma dietro si nasconde una storia ben più intricata.

C’è una cosa che mette d’accordo quasi tutti: vedere la busta verde nella cassetta della posta non è mai un buon segno. Di solito si sbuffa, si apre con rassegnazione e si legge veloce: multa per eccesso di velocità. Ah, l’autovelox. Ci si guarda in casa: “Sei stato tu quel giorno?” “Macché, io manco c’ero…”. E anche se il dubbio resta, il più delle volte si paga e via, ché fare ricorso è un casino, costa, e magari finisce male.

Ma qui viene il punto. Queste multe automatiche – quelle che arrivano settimane dopo, senza che nessuno ti fermi sul momento – ormai fanno parte della nostra routine. Sono diventate un’abitudine, quasi un abbonamento obbligato. E funzionano proprio perché pochi vanno a fondo, pochi si prendono la briga di capire se davvero tutto fila liscio.

Dietro a questi dispositivi piazzati lungo le strade si nasconde un meccanismo ben oliato. Un sistema che gira grazie alla pigrizia (legittima) delle persone, alla loro voglia di chiudere la pratica il prima possibile. Anche quando qualcosa non torna. E se provi a chiedere spiegazioni? Beh, non sempre trovi qualcuno disposto a collaborare.

Insomma, ci siamo abituati. Gli autovelox sono lì “per la nostra sicurezza”, ci dicono. Però ogni tanto viene da pensare: è proprio così o servono a fare cassa? E poi capita che qualcuno – uno su mille, forse meno – si fermi e dica: aspetta un attimo, qualcosa non quadra.

Una curiosità che ha aperto uno squarcio

È andata più o meno così per un automobilista vercellese, come racconta giornalelavoce.it. Tra il 2016 e il 2018 gli sono arrivate un sacco di multe per essere passato sulla SS231, nel tratto tra Asti e Cuneo, all’altezza di Motta di Costigliole d’Asti. Sempre lo stesso punto, sempre l’autovelox. Totale? Oltre duemila euro. Ma c’era qualcosa che non lo convinceva: com’era possibile che lì ci fosse il limite dei 50 km/h, visto che non sembrava affatto un centro abitato?

Così ha iniziato a indagare. Ha fatto richieste formali alla Polizia Locale della Comunità delle colline tra Langa e Monferrato – quella che gestiva l’apparecchio – ma ha ottenuto poco o nulla. Documenti dati col contagocce, risposte lente o del tutto assenti. Alla fine ci sono voluti i carabinieri per riuscire a tirare fuori qualche carta in più. Ma la scoperta è stata sconvolgente.

Autovelox (Pixabay foto) - www.rally.it
Autovelox (Pixabay foto) – www.rally.it

Una verità difficile da ignorare

E da lì è saltato fuori che l’autovelox, installato inizialmente in centro abitato nel 2012, era stato spostato nel 2015 su un tratto extraurbano. Lì il limite, per legge, è di 90 km/h. Ma la Polizia Locale ha continuato ad applicare i 50. E ha continuato a fare multe. A raffica. Tutti i giorni. La questione è diventata ufficiale nel 2019, quando – a forza di insistere – è stato chiarito che la riduzione del limite a 50 km/h non poteva essere fatta così, a sentimento. Serviva l’ok dell’ente proprietario della strada, cioè il Demanio, non la Comunità delle colline. Solo il 9 aprile 2019 è arrivata l’autorizzazione da parte dell’Anas.

Prima di quel momento, ogni verbale era fuori regola. Facendo due conti: tra il 2015 e il 2019 sono state emesse – si stima – almeno 50.000 multe senza base legale, per una cifra che potrebbe sfiorare i 10 milioni di euro. L’uomo che ha fatto scoppiare il caso ha sporto denuncia alla Procura di Asti per truffa, falso ed estorsione. E gli accertamenti – interrogatori, acquisizione di atti, ecc. – hanno confermato tutto. La situazione, adesso, è molto delicata. La Comunità delle colline (presieduta oggi dal sindaco di Castagnole delle Lanze) e la sua Polizia Locale rischiano grosso.