“È la mia canzone preferita”: finisci in galera per la musica che ascolti | È un REATO, lo dice il Codice Penale

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Vietato ascoltare musica (Canva foto) - www.rally.it

Attenzione a come ascolti musica: un gesto quotidiano può trasformarsi in sanzione o in un vero guaio legale.

Ascoltare la propria playlist preferita mentre si guida è per molti un rituale irrinunciabile. Rende i tragitti meno stressanti, aiuta a rilassarsi o a caricarsi prima di una giornata impegnativa. Tuttavia, pochi sanno che anche un gesto così familiare può nascondere rischi inattesi, non solo per sé stessi ma anche per gli altri.

Capita spesso che, presi dall’entusiasmo, si alzi il volume al massimo, dimenticando che l’auto è uno spazio pubblico in movimento. In quei momenti, la musica non resta confinata all’abitacolo: invade le strade, coinvolge i passanti, e può perfino arrivare a coprire suoni essenziali per la sicurezza.

La questione è più delicata di quanto sembri. L’aspetto sonoro della guida è regolamentato con precisione, proprio per evitare che un comportamento apparentemente innocuo possa trasformarsi in una minaccia. Non si tratta solo di educazione o buon senso, ma di regole precise stabilite dal Codice della strada.

Come ricorda Sicurauto, esistono limiti oggettivi al volume consentito della musica in auto: se superati, non solo si rischia una multa, ma anche di compromettere la capacità di reazione del conducente. E questo, in determinate condizioni, può avere conseguenze ben più gravi di una semplice contravvenzione.

Quando il volume supera il confine della legalità

Il Codice della strada impone un limite di 60 decibel misurato vicino all’orecchio del conducente, con portiere e finestrini chiusi. Questa soglia non è casuale: serve a garantire che il guidatore possa ancora percepire clacson, sirene o altri segnali acustici fondamentali per la sicurezza. Superarla può configurare una violazione amministrativa, con sanzioni pecuniarie che variano dai 42 ai 173 euro.

Ma non finisce qui. Le autorità hanno il compito di valutare non solo il dato tecnico, ma anche l’effettiva capacità del conducente di guidare in modo sicuro. In alcune situazioni, ad esempio in città o in orari notturni, il disturbo arrecato alla collettività diventa un elemento chiave nell’analisi della violazione.

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Vietato ascoltare musica in auto (Canva foto) – www.rally.it

Il caso finito in tribunale e cosa prevede il codice penale

Quando la musica supera la soglia del disturbo e coinvolge una pluralità di persone, scatta il reato di disturbo della quiete pubblica, previsto dal Codice penale. È accaduto davvero: un automobilista, che percorreva le vie cittadine con un impianto stereo da 1500 watt, si è visto sequestrare l’intero sistema audio e ha dovuto pagare una multa di 300 euro.

La Corte di cassazione ha confermato che non serve una denuncia individuale: è sufficiente che il rumore interferisca con la vita di una collettività indeterminata. In casi simili, la pena può arrivare fino a tre mesi di arresto. E così, quella che per molti è solo “la propria canzone preferita”, se ascoltata nel modo sbagliato, può davvero portare dritti davanti a un giudice.