ULTIM’ORA, niente musica gratis in auto: se vuoi ascoltarla devi pagare la nuova tassa, è obbligatoria

Radio in auto (Pixabay foto) - www.rally.it

Radio in auto (Pixabay foto) - www.rally.it

Addio alla musica gratis in macchina: per ascoltarla ti serviranno altri strumenti, con conseguenze poco piacevoli per molti.

Per tanti, la radio in macchina è stata una certezza. Tipo un vecchio amico che ti tiene compagnia mentre guidi, che sia per andare al lavoro o per perderti in autostrada senza meta. Bastava accendere, e via: notizie, canzoni, voci familiari.

Ora però, beh, le cose stanno cambiando e non poco. E non parliamo solo di tecnologia. C’è dentro molto di più, quasi una trasformazione culturale, anche se detta così suona troppo grande. La verità? Le vecchie autoradio stanno sparendo.

Sempre più macchine nuove escono dalle fabbriche senza la classica ricezione FM o DAB+. Al loro posto ci sono interfacce moderne. Sì, tutto molto smart, ma anche… un po’ meno libero. Perché se prima bastava accendere la radio e ascoltare quello che passava, adesso le cose saranno diverse.

Il punto non è solo che cambia lo strumento. È che stiamo perdendo un pezzo di vita condivisa. La radio in auto era anche casualità, scoperta, una canzone mai sentita prima o un programma strano che però ti catturava.

Un cambiamento radicale

Oggi invece si ascolta quello che già ci piace, scelto da un algoritmo che sa tutto di noi. È comodo? Sì. Ma è anche un po’ noioso, se ci pensi. Non c’è più l’effetto sorpresa, tutto è già dentro la nostra bolla. In fondo, dietro questo passaggio c’è una domanda più grande.

Che tipo di ascoltatori vogliamo diventare? Quelli che si affidano a una voce, a un conduttore, a una community che viaggia con loro… o quelli che scrollano le playlist cercando solo ciò che già conoscono? Boh. Forse è solo nostalgia, o forse no. Ma intanto qualcosa che era gratuito, semplice e per tutti, sta diventando un’altra cosa. E non è detto che ci piaccia davvero.

Radio (Pixabay foto) - www.rally.it
Radio (Pixabay foto) – www.rally.it

Altre tipologie di scelte

Come riporta Il Riformista, sempre più auto, soprattutto elettriche, non montano più moduli per la radio tradizionale. Niente più FM, niente più DAB+. Al loro posto? Sistemi digitali collegati a Internet. Il che significa: se vuoi ascoltare qualcosa, serve un’app. E per usarla, serve pagare. Quindi no, non è una vera e propria tassa. Ma alla fine cambia poco. Perché se vuoi sentire musica in auto, devi pagare un servizio di streaming, come ad esempio Spotify. E questo, per chi è abituato alla radio libera e gratuita, è un bel colpo.

Non si tratta solo di modernizzazione: è un cambio di paradigma, un passaggio da qualcosa di collettivo a qualcosa di esclusivo. E forse, anche un po’ elitario. Se le cose continuano così, circa 26 milioni di italiani rischiano di trovarsi senza una vera radio a bordo. E non parliamo di un gadget qualunque. Parliamo di un’abitudine quotidiana, di una voce che ti accompagna nel traffico o durante un viaggio solitario. Se sparisce la radio, sparisce anche quella connessione invisibile con il resto del mondo. E l’unica alternativa diventa… pagare un abbonamento mensile.