UFFICIALE, nuovo DIVIETO auto dall’Europa: quelle fatte così non possono più guidare, la nuova norma è stata approvata
Traffico e stop (Depositphotos foto) - www.rally.it
Una decisione storica che cambierebbe il futuro delle auto mettendo in difficoltà industrie, costruttori e appassionati.
Negli ultimi anni il mondo dell’auto in Europa è stato stravolto. Prima l’arrivo delle motorizzazioni alternative, poi il passaggio forzato verso soluzioni più ecologiche, senza dimenticare la pressione delle istituzioni che chiedono un cambiamento radicale. Tutto questo ha trasformato non solo il modo di costruire i veicoli, ma anche il modo in cui li viviamo ogni giorno. Ormai le decisioni prese a Bruxelles finiscono per avere un impatto diretto sulle nostre strade.
Intanto le case automobilistiche non sono rimaste a guardare. Alcune stanno sperimentando nuovi materiali, più leggeri ma resistenti, altre invece puntano su soluzioni capaci di ridurre al minimo le emissioni. L’obiettivo, più o meno dichiarato, è sempre lo stesso: limitare l’impatto ambientale e adeguarsi a regole sempre più restrittive. C’è chi parla di rivoluzione, chi di necessità, ma resta il fatto che l’intero settore è entrato in una fase di cambiamento senza precedenti.
Anche chi compra un’auto non guarda più solo a cavalli e design. Sempre più spesso il cliente chiede come viene prodotta una vettura, da quali materiali è composta e che fine farà quando dovrà essere rottamata. La sensibilità verso l’ambiente cresce e condiziona le scelte, così come le norme che obbligano a pensare al futuro in modo diverso. In pratica, anche la domanda si sta evolvendo insieme all’offerta.
Il punto è che ogni nuova regola europea si porta dietro una catena di conseguenze. Una direttiva può ribaltare i piani di colossi industriali e cambiare le prospettive di intere filiere. E non riguarda solo aziende e fabbriche: persino gli appassionati si ritrovano a fare i conti con auto che non rispecchiano più lo spirito originario. Una firma su un documento può, insomma, ridisegnare il volto stesso della mobilità.
Le possibili conseguenze
E qui arriviamo al punto dolente: l’economia del settore. Il giro d’affari legato a queste auto e al materiale si aggira intorno ai 5,5 miliardi di dollari e le auto pesano già per il 10-20% di tutta la domanda mondiale. E la percentuale era pure destinata a crescere con l’arrivo delle elettriche, dove ogni chilo in meno fa la differenza per le batterie.
Bloccare tutto significherebbe mettere un freno a una delle strade più promettenti per il futuro. Dopo lo stop ai motori termici fissato per il 2035, questo sarebbe un altro scossone non da poco. I costruttori si troverebbero a reinventare ancora una volta le proprie strategie, e molti appassionati rischiano di dire addio a un materiale che ha fatto la storia delle auto più iconiche.

Nuove mosse dall’Europa
Come riportato da Virgilio Motori, a Bruxelles si sta discutendo di vietare l’uso della fibra di carbonio nelle automobili. Un materiale amatissimo per leggerezza e solidità, ma al centro di polemiche per via della fase di smaltimento, che può liberare particelle fastidiose per la salute. La notizia ha colpito soprattutto chi segue il mondo delle supercar e del motorsport, dove il carbonio è praticamente di casa.
La norma, se confermata, entrerebbe in vigore dal 2029, quindi non subito. Un po’ di tempo ci sarebbe, ma intanto colossi come Toray Industries, Teijin e Mitsubishi Chemical rischierebbero un contraccolpo non indifferente, visto che una bella fetta della loro produzione è destinata proprio all’Europa.
