Allerta, “sta finendo la benzina” | Stanno andando tutti a fare il pieno, se non lo fai la tua auto resta a secco tra pochi giorni
Benzinaio (Depositphotos foto) - www.rally.it
Lunghe code ai distributori, prezzi alle stelle e rifornimenti a rischio: cresce la tensione in diverse regioni.
Quante volte capita di vedere la spia della benzina accendersi e pensare “va beh, lo faccio domani”? Ecco, in certi luoghi, quel “domani” rischia di essere troppo tardi. Rimandare il pieno, soprattutto quando si sente nell’aria un certo nervosismo sui rifornimenti, è diventato un gioco d’azzardo.
Perché appena la voce gira — anche solo un sospetto — la gente corre in massa ai distributori. E spesso è già troppo tardi. Il punto è che quando iniziano a formarsi file chilometriche davanti ai benzinai, il problema non è solo l’auto che rischia di fermarsi.
A catena, ne risente tutto: trasporti, lavoro, agricoltura. La benzina non è solo benzina, è il motore di una routine intera. E quando manca, il disagio cresce più veloce dei litri finiti nei serbatoi. E qui arriva puntuale l’effetto collaterale peggiore: il mercato nero.
Succede sempre così — appena la scarsità si fa sentire, spuntano i soliti furbi pronti a rivendere a prezzi folli, approfittando del caos. E intanto le autorità, spesso già in ritardo, cercano di tamponare come possono.
Una crisi più profonda
Ma se il problema è profondo, le soluzioni non arrivano mai in tempo. Poi c’è l’altra faccia della medaglia. Perché qui non parliamo solo di distributori vuoti. Parliamo di geopolitica, di tensioni, di conflitti che si giocano anche sulla benzina. Raffinerie, sanzioni, blocchi: dietro ogni litro che manca c’è spesso una strategia molto più grande che coinvolge governi, eserciti e interessi enormi.
Dietro a tutto questo, infatti, c’è molto di più. Il paese produce tanto petrolio, sì, ma quasi tutto destinato all’estero. Quello che resta per il consumo interno è appena sufficiente. E quest’estate ha fatto il resto: tra ferie, raccolti e voli cancellati (sempre causa droni), la gente si è spostata in auto come non mai, facendo aumentare la domanda.

Tra file interminabili e prezzi che volano
La notizia è stata riportata da Radiotelevisione Svizzera (RSI): in Russia, le scorte di benzina stanno finendo. Sul serio. Gli attacchi con droni lanciati dall’Ucraina contro le raffinerie russe — intensificati nelle ultime settimane — hanno messo in ginocchio quasi un quinto della produzione nazionale. Risultato? In molte zone della Siberia e dell’Estremo Oriente le pompe sono chiuse. Dove restano aperte, si formano code che sembrano non finire mai.
I prezzi? Impazziti. La benzina più usata è salita di oltre il 50%. Anche a Mosca, dove la situazione è un po’ più sotto controllo, i cittadini cominciano a sentirne il peso sul portafogli. Intanto, il Cremlino ha cercato di mettere una pezza prolungando il blocco delle esportazioni di carburante. Ma non basta. Rifornire le zone più colpite è diventato complicato, anche perché la rete ferroviaria è finita nel mirino dei droni ucraini.
