“Lei dorme troppo poco: le togliamo la patente”: per una notte in bianco non guidi più | Lo possono fare davvero, devi evitare il caffè
Problemi di sonno ritiro patente (Canva foto) - www.rally.it
Problemi a dormire? Non puoi più guidare, lo dice la legge. Se dormi poco ti tolgono la patente per sempre.
Dormire bene non è solo una questione di ‘riposati al mattino: può fare la differenza anche quando ci si mette al volante. Una notte agitata o un sonno disturbato, infatti, possono trasformarsi in tempi di reazione più lenti, cali di attenzione e colpi di sonno improvvisi. Tutti fattori che, se si è alla guida, possono avere conseguenze gravissime.
Negli ultimi anni gli studi hanno dimostrato un legame sempre più stretto tra qualità del sonno e sicurezza stradale. Non a caso, la sonnolenza diurna è oggi considerata tra le prime cause di incidenti, soprattutto in autostrada, arrivando a pesare fino al 20% dei sinistri. Un dato che supera addirittura i rischi collegati all’alcol o ad alcune sostanze.
Molte persone non si accorgono nemmeno di soffrire di disturbi del sonno. Gli episodi di apnea, ad esempio, spesso non vengono percepiti, ma il corpo ne porta i segni: difficoltà di concentrazione, stanchezza costante e improvvisi colpi di sonno. Quando questo succede a chi guida, il pericolo diventa immediato.
Proprio per queste ragioni, le istituzioni hanno deciso di affrontare il problema anche dal punto di vista normativo. Negli ultimi anni, l’attenzione della legge si è spostata sul legame tra sonno e patente di guida, stabilendo regole precise per chi soffre di determinate patologie del sonno.
Quando la legge entra nel sonno dei guidatori
Il disturbo che più di tutti preoccupa medici e autorità è l’apnea ostruttiva del sonno (OSAS), che aumenta in maniera significativa il rischio di incidenti. Dal 2014, con una direttiva europea recepita in Italia l’anno successivo, chi soffre di OSAS deve sottoporsi a controlli medici specifici per ottenere o rinnovare la patente.
Come spiega anche Sonno care, non si tratta di togliere la patente, ma di verificarne periodicamente la validità. Per le patenti A e B, ad esempio, la scadenza può essere ridotta a tre anni, mentre per quelle professionali è prevista una durata di un solo anno. Una scelta che ha un obiettivo chiaro: aumentare la sicurezza sulle strade e ridurre i rischi legati ai colpi di sonno.

Il percorso di chi soffre di apnee notturne
Il controllo inizia dal medico monocratico, che valuta se ci siano segnali di OSAS. Nei casi lievi, la patente viene rinnovata senza problemi; se invece il rischio è più alto, la decisione passa alla Commissione Medica Locale. Qui, attraverso test mirati, si stabilisce se l’automobilista può guidare e con quali limiti di tempo.
Chi dimostra di seguire le terapie – come l’uso della CPAP, dispositivi specifici o altri trattamenti – può continuare a guidare senza particolari restrizioni. Nei casi più seri, la validità della patente viene accorciata, così da obbligare a controlli più frequenti. Non c’è quindi una revoca immediata, ma un sistema che accompagna i pazienti e li spinge a curarsi, mettendo al centro la sicurezza di tutti.
