Ciao Thierry,

rieccoci di nuovo a parlare di te. Curioso sai? Proprio con un articolo che ti riguardava cominciai la mia avventura qui a Rally.it; poche righe nelle quali ti difendevo a spada tratta in una stagione 2015 che per certi versi ha rappresentato forse il punto moralmente più basso della tua carriera. Ti ricordi com’eri furioso e demotivato perché quella benedetta nuova Hyundai non arrivava mai e tu a subire distacchi abissali tanto da essere etichettato da molti come un pilota alla deriva? Eppure il tuo popolo era sempre li a farti il tifo a bordo strada, a continuare ad urlare a te e Nicolas “keep pushing” confidando che sarebbero arrivate presto le soddisfazioni.

Infatti l’anno scorso proprio così male non è andata: hai riassaporato il gusto della vittoria proprio qui da noi in Sardegna, una vittoria da underdog quasi a rispondere al tuo team che aveva scelto Hayden e Dani per siglare punti in classifica costruttori; un successo alla “Neuville dell’IRC” in testa dall’inizio alla fine senza dare scampo agli avversari, come solo i campioni veri sanno fare. Poi è arrivato il momento delle scelte: continuare a credere nel progetto coreano oppure ripartire da zero e cercare nuove motivazioni altrove? Hanno prevalso le certezze di Alzenau e, a giudicare dalle prestazioni di questo primo scampolo di 2017, sembra veramente essere stata la migliore scelta possibile.

Nonostante ciò, da tifoso prima che da articolista, mi ritrovo ancora qui a farmi la stessa domanda che ti ponevo due anni fa: Pourquoi Thierry?

Lo so, troppo facile per me che non sono mai salito su quell’abitacolo giudicare e fare delle considerazioni, però credimi: la rabbia e la sensazione di continuo sprecare occasioni è davvero tanta, troppa. Mai come quest’anno Sebastien Ogier, l’alieno che è stato abbandonato dalla sua astronave tedesca, sembra avere le sembianze di un umano, costretto a lottare e a spremere tutto il suo talento per compensare una macchina che seppur ottima resta comunque di fatto il prodotto di un eccezionale team privato. Mai come in questo 2017 la sensazione di poter combattere per l’obiettivo di una vita sembra essere alla portata: perché buttare via questa chance? Perché aver paura di vincere, proprio ora che il pacchetto auto-pilota sembra essere il più competitivo in assoluto?

Due errori, esattamente identici nella loro dinamica quanto nel risultato, per due ritiri che, al netto dei punti accumulati con le due Power Stage, rappresentano già 40 pesantissimi punti di ritardo in classifica generale. Si può parlare di “sfiga” tua e di “fortuna” degli altri, ma sono concetti che difficilmente sopporto perché è normale che un pilota vincente sia anche fortunato. Ogier ha avuto la fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto, così come Loeb ha cominciato il suo impero quando i migliori piloti della scorsa generazione erano sul viale del tramonto e quella nuova non aveva la caratura del passato. Perché, ora che Seb II ha avuto la “sfiga” di perdere Volkswagen, tu non riesci a sfruttare al massimo questa “fortuna” sprecandola nei due primi eventi che di fatto erano stati fino a quel momento dominati? E soprattutto perché buttare due gare proprio nel momento in cui il distacco dagli avversari era tale da poter permetterti di amministrare il risultato? Senza dimenticare questo Latvala che sembra essere tornato sui livelli del 2014.

Forse è presto per parlare, anzi mi auguro fortemente di sbagliarmi perché mai come quest’anno ci sono le possibilità per noi appassionati di vedere e vivere una stagione veramente ricca, incerta e stimolante.

KEEP PUSHING, Thierry.

Aldo Franzosi

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