photo by Audi.com

E’ un dato di fatto. Domani si parte!
L’attesa è finita e la gara più dura del mondo prenderà il via con il prologo. Tante aspettative così come i cambiamenti che hanno rimescolato le carte in gioco, lasciano tanta incertezza su come andrà questa Dakar 2024. Abbiamo già visto insieme il percorso, gli importanti cambi di volante e le nuove soluzioni tecniche utilizzate dalle squadre.

Mancava solo un tassello: Audi?

La casa tedesca come abbiamo potuto vedere non ha brillato, sin dal suo ingresso tre edizioni fa. La vettura molto complessa sotto il punto di vista tecnico, non ha ottenuto i risultati sperati, nemmeno con l’evoluzione effettuata lo scorso anno dove ricordiamo che si era intervenuti su più fronti ma cosa più importante la riduzione del peso; 90kg erano stati tolti alla RSQ E-Tron. Ma non solo. Anche la potenza complessiva era stata aumentata, grazie anche alle modifiche nel regolamento di gara. Purtroppo non è stato sufficiente e gli sforzi, anche nel 2023, sono andati in fumo. Le tante forature, incidenti e guai meccanici hanno fatto si che Audi non abbia ancora nel suo palmarès un podio alla Dakar.

Per questo motivo i tecnici hanno lavorato duramente, anche ascoltando i piloti, per poter preparare una vettura ancora più competitiva nel 2024. Grazie all’esperienza di Stephane Peterhansel, Carlos Sainz e la sapiente guida di Matthias Ekstrom, tutta la macchina tecnica del team Audi ha potuto intervenire su più punti critici. In primis il sistema sospensivo. Un problema riscontrato era l’accelerazione verticale dopo un salto, che creava forte instabilità e di conseguenza incidenti. A questo proposito il baricentro è stato abbassato e tutto il sistema sospensivo rivisto per donare alla vettura un’ottimo assorbimento.

Altro tasto cruciale: le gomme. Le forature sono state tantissime, per questo vediamo un nuovo cerchio ridisegnato così come lo pneumatico è stato rivisitato dal fornitore BF Goodrich. Proseguendo con le problematiche – comunque non da meno – vi era anche la visibilità. La conformazione anteriore della vettura, faceva si che il parabrezza venisse inondato di fango, acqua e detriti. La parte del cofano, comprendente i parafanghi è stata ridisegnata in modo tale da deviare tutto ciò che viene scavato dagli pneumatici. Tutti gli apparati elettrici inoltre sono stati rivisiti, per consentire una migliore efficienza sui consumi di elettricità delle batterie. Come sapete, quest’ultime, sono caricate da un powertrain termico da 2.0L TFSI (derivato dalle vetture turismo). Il motore a combustione interna sarà alimentato da nuovi carburanti ecologici, che diminuiranno le emissioni del 60%. Un’ottima cosa per il comparto ecologia.

Tirando le somme:
Questo “EVO 2” sembra che abbia le carte in regola per aggiudicarsi il podio se non la vittoria della Dakar 2024. Riuscirà il colosso tedesco ad aggiudicarsi la vittoria prima del ritiro? E soprattutto, nel caso di vittoria, darà da pensare ai vertici sull’effettivo abbandono dei rally raid?

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