Poco da aggiungere rispetto a quanto scritto il 1° gennaio quando avevamo detto della voglia di Cile e Giappone di entrare nel campionato del mondo WRC.

Come anticipato, il prossimo anno le gare saranno 14, una in più, ed il Rally del Cile dovrebbe inserirsi tra il Rally del Messico è quello d’Argentina, dunque verosimilmente nel mese d’Aprile.

In Giappone danno per certa anche la loro entrata nel WRC, in questo caso però, dovrebbero sostituire una gara già presente in calendario. Il Tour de Corse, sembra la gara destinata a capitolare, la gara Corsa da quando ha sostituito il Rally d’Alsazia, non ha mai entusiasmato, con un format di gara poco convincente. Non ha mai convinto ne i team ne tantomeno il pubblico e la sua collocazione sarebbe presa dalle tre gare sudamericane che dovranno ben distribuirsi all’inizio del campionato.

Tornando al Giappone, l’aiuto di Toyota sarà sicuramente fondamentale ma anche l’intero Giappone, come governo, sta spingendo per un evento di tale portata in vista delle olimpiadi 2020. Con l’eventuale uscita del Corsica, il Giappone potrebbe presentarsi con un evento tutto asfalto, ci sembrerebbe un campionato inverosimile quello d’avere solo il Germania come gara su asfalto (omettendo il “particolare” Montecarlo) la gara asiatica andrebbe a collocarsi a fine campionato.

I problemi maggiori potrebbero arrivare dal 2020 quando altri Rally vorrebbero entrare nel calendario ma per ora i promoter del WRC resterebbero arroccati sul numero di 14 gare. Il Safari sarà un cliente scomodo per tutti, sia per il fascino e la tradizione, quanto per poter rappresentare l’Africa da troppo tempo orfana del mondiale Rally. più fievoli le pretese del Rally Croazia anche se una gara tutta asfalto potrebbe avere qualche opportunità in più.

L’Italia potrebbe rischiare? Certamente, come rischiano quasi tutti gli eventi, ad eccezione di quelle gare che riescono a trovare i necessari fondi per autofinanziarsi a rischio anche il Rally Deutschland, già a partire dal 2019.

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