Foto Studio 83

Attilio Bettega era una brava persona. Dopo 35 anni dobbiamo esordire con una certezza e prima di ricordarlo come pilota in quella tragica edizione, possiamo tranquillamente dire che il pilota di Molveno, non aveva nemici, non aveva rimpianti e nella sua, pur breve carriera, ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato.

Ad Attilio manca soprattutto una vittoria mondiale, una vittoria alla sua portata che non ha fatto in tempo a cogliere, d’altronde aveva affrontato solo 26 gare del WRC nel corso degli ultimi 8 anni con esperienza soprattutto nelle prove del Sanremo, Corsica e Montecarlo.

Il Tour de Corse era la gara che amava, non lo scriviamo noi, lo diceva, candidamente, lui: “Questo Rally è meraviglioso”, nonostante , per lui, sia sempre stata una gara avara di fortuna. Già nel 1978, al suo primo anno in Lancia Stratos, si ritirò sull’ottava speciale per foratura, nel 1980 il primo incidente sulla Fiat 131 Abarth sulla prova 11, nel 1982 il brutto incidente con Maurizio Perissinot sulla Lancia 037, sempre sull’undicesimo tratto cronometrato.

La maledizione sembra terminare nel 1983 quando Attilio arriva in fondo alla gara, sempre su Lancia 037, con il 4° posto assoluto e la vittoria di due prove speciali. Nel 1984 parte con il #1, tra i favoriti, vince 6 delle prime sette prove speciali, in totale si aggiudica 12 prove. Sulla ps 8 Bettega-Cresto lasciano 26′ ed ogni speranza, chiuderanno settimi a mezz’ora da Alen, suo compagno e vincitore di quella gara. Nonostante l’italiano e Vatanen (sulla nuova Peugeot 205 T16) furono i reali protagonisti Attilio non ha mai avuto rimpianti in quell’edizione ma siamo certi che nel 1985 avrebbe voluto prendersi la rivincita in una gara ampiamente alla sua portata e che lo vedeva nuovamente tra i favoriti.

Infatti nel 1985 Bettega vince subito la prima speciale, insieme a Ragnotti (poi vincitore della gara), il trentino però non stava forzando, aveva dichiarato che avrebbe attaccato nella terza tappa e lo avrebbe fatto nelle prove più lunghe e difficili (sulla ps 23 Saint Roch di 78 km e sull’ultima prova del Rally di 83 km).

Sono invece le 10:45 e siamo sulla prova #4 di quel tragico 2 Maggio, quando la Lancia 037, condivisa con Maurizio Perissinot ha uno scarto, in un tratto dove si viaggia ai 140 km/orari, sbanda, sobbalza ed esce lateralmente tra gli alberi, fatale l’urto laterale. Attilio muore sul colpo, mentre il copilota esce completamente illeso. Le gruppo B, poi ritenute troppo pericolose, diedero il primo campanello d’allarme nonostante la Lancia 037 fosse al quarto anno di gare. Alen e la Lancia Martini si ritirano, poco dopo lo farà anche Biasion.

L’Italia rallystica ma anche il mondiale Rally, subiscono un brusco colpo niente era annunciato, nonostante Bettega in Corsica, qualche anno prima, fu graziato da un terribile incidente. Il sacrificio di Bettega servì a poco, “fatalità” si disse, certo questo elemento può essere sempre decisivo nel destino di un equipaggio, soprattutto quando il copilota non riporta nulla, invece i gruppi B non erano adeguati a quel periodo, potenze esagerate con stabilità delle auto relative. Tra le ipotesi dell’incidente si parlava di sbandata causata da gomme non ancora in temperatura ma basterebbe vedere le condizioni dell’auto per capire che la cellula non aveva retto, vetture potenti, vetture leggere, troppo, inoltre la “038” era pronta al debutto, infatti la Lancia Delta S4 avrebbe esordito di li a poco.

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