foto dall'archivio extreme-e

Un inizio scoppiettante per questa seconda stagione del campionato per i SUV completamente elettrici. L’Extreme-E è approdata questo week-end in Arabia Saudita, accogliendo gli equipaggi con il suo spettacolare ma anche inospitale deserto. Obbiettivo primario, del fondatore Alejandro Agag, sensibilizzare le persone sul cambiamento climatico, cercando di portare la corsa nei posti più inospitali del pianeta e paesi in cui il cambiamento sta modificando radicalmente il comportamento terrestre. Si è partiti quindi con il Desert X Prix, tra la sabbia saudita di Neom e non più di Al’Ula come l’anno passato.

Abbiamo visto i giorni scorsi il tracciato che è stato studiato nei minimi dettagli, con delle particolarità migliorative rispetto alle problematiche sollevate nella prima edizione; uno dei punti cruciali infatti era la polvere, che non permetteva di superare in sicurezza. Per questo motivo la carreggiata del tracciato in diversi punti si allarga considerevolmente, potendo dare la possibilità ai vari piloti di scegliere la linea che più ritengono opportuna. Perciò alte velocità ma anche tecnica e studio l’hanno fatta da padrone, con cambi di pendenza, sezione rocciose e sconnesse dove l’abilità degli equipaggi è fondamentale. Ne paga subito infatti le conseguenze Christine Giampaoli Zonca, che dopo una spettacolare cappottata è stata portata in ospedale per accertamenti. Uscirà qualche ora dopo con un piede fratturato. Sale così al fianco di Lance Woolridge la Championship Driver, Hedda Hosas.
E’ subito scontro tra RXR e X44 con al volante Sebastièn Loeb e Cristina Gutièrrez; dopo la prima sezione di qualifiche, il team del campione di Formula 1 Lewis Hamilton, è secondo per 6,9″. Si ribaltano invece – fortunatamente solo quelle – le sorti delle qualificazioni con Loeb/Gutierrez che dominano la Heat 1 mentre nella Heat 2, Kristoffersson/Kottulinsky pagano 16″ al 4° posto. In questo modo X44 si aggiudica le qualifiche con diciannove punti.

Nella Semifinale 1 di questa mattina impazza ancora la sfida tra i campioni uscenti e i “reduci” dalla Dakar. 7,6″ sono i secondi che hanno separato X44 e RXR dove il primo ha avuto la meglio. In Semifinale 2 invece ottima prestazione per Chip Ganassi Racing, che grazie a Sara Price e Kyle Leduc riesce a mantenere dietro il duo spagnolo sempre Dakariano, per 6,8″.

Si arriva al momento della verità. La finale. Cinque auto schierate in linea nell’attesa del semaforo verde. I possenti, ma di certo non rumorosi Odissey, sollevano la polvere nel soffice terreno saudita. Scatta subito avanti di una lunghezza Sebastièn Loeb, ma sono tutti appaiati. Il terreno asciugatosi dal giorno precedente ha diminuito la visibilità di parecchio; ne paga infatti le conseguenze Tanner Foust. Il conduttore del team McLaren incollato al paraurti dell’Odissey RXR e accecato dalla polvere, colpisce duramente il posteriore del SUV avversario riducendosi in una spettacolare cappottata priva di danni al pilota statunitense. Senza “baule”, prima Mikaela Kottulinsky poi Johan Krisstoffersson recuperano l’inconfondibile livrea viola e nera per poi cimentarsi nell’impresa di passare il team Acciona. Con una manovra azzardata a due curve dalla fine, si vede l’Odissey Rosberg Racing infilare l’Acciona Racing per poi allargarsi parecchio. A tavoletta, senza mai mollare il pedale, riescono a mantenere la vetta e chiudere così in bellezza questo pazzo week end. Mikaela Kottulinsky e Johan Kristoffersson vincono la prima gara dell’anno, aggiudicandosi ben trenta punti avendo così uno scarto di dodici punti su Sainz/Sanz secondi. Loeb/Gutierrez si devono accontentare solo del terzo posto al momento con la metà dei punti dei capolista.

Tra più di due mesi, appuntamento in Sardegna!

Copyright © Rally.it: puoi ripubblicare i contenuti di questo articolo solo parzialmente e solo inserendo un link al post originale.