Quello che è successo al 4 Regioni Nazionale TRZ ha dell’incredibile e sta a voi giudicare se la vittoria conquistata da Alessandro Ghezzi e Agostino Benenti, su Porsche 911, sia logica. Usiamo il termine logico perchè sul merito della vittoria del pilota stradellino non c’è nulla da eccepire, avendo vinto 5 delle 7 prove in programma, farà, sicuramente discutere di un pilota che si era ritirato il giorno prima, sull’unica, lunga, prova speciale di Cecima di oltre 18 km, abbia avuto la possibilità di vincere. Premettendo che il Rally 2 (o Super Rally) è una regola “benedetta” in quanto consente a chi si ritira di rientrare il giorno dopo, aumentando spesso il già esiguo numero di iscritti di molti Rally italiani, si è sempre regolamentato il tutto in maniera che chi rientrasse potesse correre ma non addirittura vincere. Perchè? Qualcuno di voi ricorderà sicuramente il Rally di Montecarlo 2006, quando Loeb uscì di strada ma per un regolamento ancora non ben rodato, riuscì a rimontare sino al secondo posto avvicinandosi molto a Gronholm (Ford) che vinse.
Quanto successo al 4 Regioni è davvero inusuale e tanto Ghezzi, quanto “MGM” (entrambi su Porsche 911) nonostante il ritiro compaiono in classifica generale al 14° e 15° posto, su 35 auto. Il loro tempo è stato assegnato calcolando il tempo dell’ultimo della loro classe Bianchi, comunque 4° assoluto, più un solo minuto. Per spiegare meglio il concetto: se nella loro classe ci fosse stato un Melli o Matteo Musti (che hanno disputato il Rally Internazionale poco prima) Ghezzi senza arrivare in fondo sarebbe stato 2° assoluto nella classifica generale! Una colpa non certo di Ghezzi e Benenti che hanno avuto la sfortuna di un guasto meccanico già dopo pochi chilometri ma una lacuna regolamentare grossa come un condominio, che molti piloti usciti di strada e poi ripartiti avrebbero potuto sfruttare ritirandosi volontariamente anzichè accusare oltre 4′, 5′ se non 6′ di ritardo.
Lasciando perdere questo episodio, che a memoria non ricordiamo nelle gare nazionali, la gara di Salice, dopo il circuito di Cecima, già raccontato nell’articolo di Venerdì sera, è proseguita con altre 6 prove speciali (tre ripetute) Penice, con il tratto bagnato da Menconico a Casa Matti, la ps emiliana di Pecorara, che da Cadelmonte portava i concorrenti a Caprile e per finire la Pometo che da Rio Molato si concludeva dopo l’abitato di Golferenzo.
Ghezzi, costretto a vincere causa il minuto di penalità, recupera e vince tutte e tre le prove speciali, l’avversario numero 1 è il giovane Riccardo Canzian, per l’occasione navigato da Davide Pisati, il pilota di Broni è solo 9° in classifica, causa l’uscita di strada della sera precedente per cui ci si aspetta anche da lui una rimonta.
Cosi accade e dopo una sola prova (Penice) Canzian è 3° e Ghezzi addirittura 5° e dopo Pecorara il futuro vincitore è già 4°. Dopo la prova #2 del Penice la testa della classifica viene presa dall’Alfa Romeo GTV Turbodelta del toscano Mariotti mentre Corallo, leader a Cecima, sprofonda in ultima posizione con la sua Lancia Delta.
Canzian (su Opel Kadett gr.4), ha dei problemi e sulla ps 5 è costretto al definitivo ritiro.
Mariotti-Sanesi resistono fino alla ripetizione della prova del Penice, quando conservano un solo secondo di vantaggio e sulla successiva prova di Pecorara il 60enne Alessandro Ghezzi corona la rimonta portandosi in testa alla classifica assoluta. Per Mariotti nulla da fare ma, con onore, vince l’ultimo tratto cronometrato interrompendo il dominio di Ghezzi che vince con soli 12″8 su un ottimo Mariotti e podio completato da Bertinotti-Rondi (Opel Manta).
Premio, virtuale, per la spettacolarità va agli oltrepadani Mombelli-Leoncini (Ford Escort MK I), all’esordio in un Rally su asfalto, avevano anche l’assetto da terra, nonostante lo spettacolo sono arrivati 9° assoluti, vincendo la classe. Dei 36 partiti solo in 23 hanno raggiunto il traguardo.

Foto copertina Massimo Paroni

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