Bolognese, 27 anni, parliamo di Rebecca Busi che per la terza volta affronterà la Dakar:

“Credo che altri Paesi siano più bravi a valorizzare la presenza delle donne in contesti di questo tipo – dice Rebecca -. Penso a luoghi come la Spagna o il Sud America, dove le pilota sono delle vere e proprie star mediatiche. Non è una mia ambizione, il mio unico desiderio è correre. Ma sono certa che, se la mia storia fosse conosciuta, magari qualche ragazzina che vuole iniziare a correre e pensa di non potercela fare si sentirebbe meno sola. Ecco, se riuscissi a dare speranza anche a una sola ragazza, ne sarei felice”.

Una passione, quella per le auto, ereditata dal padre e dallo zio, il primo rallysta di moto con tre partecipazioni al leggendario Rally dei Faraoni, il secondo di auto: le prime gare con papà Roberto come navigatrice, la testardaggine che la porta a convincerlo, con l’aiuto di mamma, a mettersi lei al volante. Rebecca ha passato due settimane di preparazione nel deserto di Atacama, in Cile, portando il suo Maverick Can Am X3 XRS RR su sterrati e dune che ricordano quelli dell’Arabia Saudita, Paese che ospita per la quinta volta la competizione: partenza dal Campo mare nei pressi di Yanbu il 5 gennaio e arrivo a Shaybah il 19 gennaio, dopo 13 tappe.

Rebecca, controcorrente anche nella scelta di uno sponsor insolito come Onlyfans, che dallo scorso anno la accompagna: il suo  canale sulla piattaforma, che da qualche tempo ha aperto a una community di atlete e atleti, virando verso contenuti diversi rispetto a quelli originariamente accolti,  uno spazio di condivisione delle giornate di allenamento e di gara, di paure e soddisfazioni, che oggi conta 17mila followers, cui si aggiungono gli oltre 130mila sulla sua attivissima pagina Instagram.

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