Subaru, dalle origini ai giorni nostri

Ad un qualsiasi rallista incallito, se viene pronunciato il cognome McRae, le sue antenne recettive si allarmano. Tuttavia non sono qui a parlarvi della leggenda Gallese, ma bensì della sua fedele compagna di viaggio: la Subaru Impreza.

La prima immagine che ci passa per la testa è quella scoppiettante 555 blu, ogni tanto un po’ scassata, che compare da una curva e se ne va derapando. Probabilmente il suo successo nel mondo, e che dura ancora oggi, è stato in gran parte grazie alla comparsa nel mondiale rally.
subaru-impreza-wrx-1992-japanese-sports-carsL’Impreza nacque nel 1992. L’obbiettivo della sua comparsa può essere definito come una lama a doppio taglio. In primo luogo serviva una sostituta alla ormai attempata Leone, sul mercato da ormai quasi vent’anni; in secondo luogo era necessaria una nuova base per sostituire la Legacy nei rally, che ormai, anche lei, aveva fatto il suo tempo. La configurazione era tipica Subaru: motore boxer a quattro cilindri, trazione integrale permanente (anteriore per i modelli minori) e sistema MacPherson per le sospensioni;

E’ comunque importante precisare che la vecchia serie EA dei boxer viene accantonata per dare spazio alla più aggiornata serie EJ, utilizzata ancora oggi. I motori iniziali erano pochi e le prestazioni lasciavano un po’ a desiderare; tutta la line-up poteva essere acquistata con un piccolo 1.6L, un mediocre 1.8L, un più grosso e potente 2.0L. Quest’ultimo sviluppava 115 cavalli di potenza, mentre gli altri due soltanto 90 e 103.

Una particolarità interessante risiede nella composizione dei motori: il più piccolo dei tre aveva quattro valvole per cilindro, mentre il 1.8L solo due. Inoltre bisogna precisare che tutti i motori erano aspirati.

La nascita della WRX

Tuttavia la casa giapponese non si fece attendere e l’anno successivo, nel 1993, lanciò la versione WRX; il 2.0L venne dotato di turbocompressore che fece schizzare la potenza a 211 cavalli. Questa versione era commercializzata solo nel paese del sol levante, così come la coupè (mai introdotta in europa).

Dopo quattro anni viene effettuato un restyling non solo estetico, ma anche ben profondo meccanicamente; la linea dei paraurti viene ritoccata, leggermente più spigolosi, da renderla un po’ più aggressiva. Il più vecchio dei tre motori viene eliminato, perciò il 1.8L viene scartato. Il 1.6L e il 2.0L vengono rivisti, così da guadagnare rispettivamente cinque e dieci cavalli. Sorprendete, dato che da quell’anno la vettura venne venduta con normativa antinquinamento Euro2.

1998-subaru-impreza-sti-22b-sideMa un’importante novità va annunciata: da quell’anno, vista la richiesta ed il successo, la WRX viene commercializzata anche in Europa. Sempre nel 1997, la controparte da gara conquista il titolo mondiale rally, così l’anno successivo viene commercializzata una edizione limitata della Impreza: la 22b STI.

Oltre a festeggiare il trionfo, fu costruita per celebrare i quarant’anni della casa giapponese. Montava un motore leggermente più grande, da 2.2L, naturalmente boxer, turbocompresso. Tutti i componenti, insieme al motore, era di quanto più si potesse avere  vicino alle gare. 276 erano i cavalli erogati. Ne furono costruite soltanto 424.

La seconda serie

Arriviamo così al fatidico 2001. Esce la seconda serie della Impreza. Sicuramente ricordata non per la sua linea, ma per le gesta effettuate dal grande Richard Burns. Venne fatta rivoluzione, ancora una volta, tra i motori: rimasero solo il 1.6L e il 2.0L WRX che guadagnò tre cavalli. Gli appassionati ebbero per cui essere scettici; oltre ai motori, il nuovo frontale non convinceva e cosa ancora più importante la nuova Impreza aumentò di peso e di lunghezza. Quest’ultima scelta era giustificata da nuovi sistemi e soluzioni inerenti alla sicurezza su strada. Tuttavia non riusciva a entrare nelle grazie comuni.

slide2Di comune accordo Subaru, nel 2003, effettuò un restyling eliminando le criticità evidenziate precedentemente. Il parco motori venne rifornito; Venne re-introdotto il 2.0L sia con cambio manuale che automatico. La potenza non ebbe cambiamenti.

Invece sul piano dei motori prestazionali, viene inserito il WRX Sti. La base del motore era sempre EJ, ma sviluppando 265 cavalli, quarantuno in più della versione WRX. La particolarità era quella di sviluppare moltissima coppia già a bassi giri, così da renderla scattante e permettere di uscire ad una buona velocità dalle curve. L’impianto delle sospensioni era KYB, con diversi colori in base alla tipologia di ammortizzatore. In questa annate si trova di colore rosso, mentre dal 2005 in poi sono nere. La rigidità è maggiore e l’altezza da terra diminuita di poco.

Per i quattro anni successivi non vengono fatte modifiche sostanziali, solo nel 2006 viene effettuato un face- lift rendendo i fari più aggressivi e il paraurti leggermente più tondeggiante agli attacchi. I motori guadagnano potenza, il picchio più grosso lo si trova nel 2.0L che passa da 125 a 160 cavalli. La versione WRX Sti (già dal 2005) viene equipaggiata con un 2.5L che guadagna 15 cavalli in più rispetto al precedente 2.0L, ancora montato sulla WRX.

La terza serie


assagrhrhrhrNel 2007 esce, quasi inaspettatamente, la terza generazione della Impreza. Era tutto diverso. Subaru aveva tentato un approccio differente, sconvolgendo il modello. Il frontale viene mantenuto lo stesso della versione precedente (face lift 2006), ma il posteriore si alza non lasciando più spazio al caratteristico e vistoso spoiler. Le dimensioni a questo proposito aumentano: dieci centimetri in più di passo, 5 in più di larghezza e ben 36 millimetri di altezza. Ma sorprendentemente la lunghezza cala di 40 millimetri.

Le motorizzazioni rimangono le stesse, con l’aggiunta di un motore turbo diesel pur sempre boxer a quattro cilindri. Negli anni le potenze dei motori turbo crescono, arrivando a toccare i 300 cavalli nella WRX Sti. Sul piano tecnico non furono fatte molte modifiche, ad eccezione di un rafforzo ed irrigidimento del telaio per una maggiore sicurezza abbinato alla aggiunta di airbag oltre a quelli già presenti nei sedili anteriori.

La terza generazione rimase in produzione più tempo rispetto alle sue antenate, infatti dobbiamo arrivare fino al 2011 per avere un’ulteriore innovazione nel modello, presentando così il nuovo restyling.

La quarta serie

Per la quarta generazione viene abolito il nome Impreza, rimanendo soltanto come Subaru WRX che sarà usato dal 2014. Il nuovo modello, che oltre al nome, ha importanti cambiamenti sotto la carrozzeria. Viene eliminato la vecchia serie EJ per dare spazio alla nuova e più tecnologica serie FA20F. Tuttavia nella WRX Sti rimane il vecchio EJ257. All’iniezione diretta vengono abbinati due turbocompressori situati nell’avantreno e non più a fianco del terzo pistone come il vecchio turbo singolo. Ciò permette un baricentro più basso. Inoltre il nuovo cuore ha una curva di coppia più ampia e tre cavalli in più così da arrivare a 276.

Nella Sti viene rivista la ECU, portando la potenza a 310 cavalli, ma tale intervento riduce la coppia. La zona rossa aumenta fino a toccare i 7100 giri/min. Un’altra particolarità distingue i modelli: il servosterzo è idraulico (elettrico nella WRX base), più preciso. All’inizio di quest’anno viene effettuato un piccolo aggiornamento, aggiungendo dettagli al modello. Sono disponibili infatti i fari a LED e gli interni sono stati rivisti per una maggiore comodità e comfort.

La Subaru Impreza vive ancora tra noi dopo ventiquattro anni di onorata carriera, anche se ora non ha più quel nome. Ogni versione è particolare a suo modo e capace di tirare fuori il bambino che c’è in noi ogni volta che ne vediamo o sentiamo una. E’ un’altra vettura che ha segnato il mondo dei rally, sia tecnicamente sia grazie a grandi piloti alla sua guida.

Chissà un giorno se potremo sentire, di nuovo, il borbottio cattivo tra le stradine del Col de Turini.

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