La coppia vincente del rallysmo italiano, Ucci-Ussi, torna per la stagione 2020, non correranno per vincere il titolo assoluto ma la loro assomiglierà molto alla stagione 2013, un ritorno al passato.

Ne abbiamo approfittato per contattare Anna Andreussi, che torna a navigare dopo un anno di pausa, l’Anna nazionale non ha perso lo smalto e lo spirito delle competizioni e come Paolo Andreucci, dara’ il massimo per raggiungere gli obiettivi.

Ciao Anna, ti rivedremo alle note dopo un anno di pausa, con che spirito riprendi e cos’hai fatto nel 2019 ?

“Ciao ed un saluto ai lettori. In realtà la mia pausa pensavo fosse definitiva. E’ stata una bella sorpresa questo ritorno inaspettato. Una novità per me sotto molti aspetti, che mi ricorda la stagione 2013. Solo felice che Peugeot abbia pensato a Noi per svezzare questa nuova macchina (la Peugeot 208 Rally 4 n.d.r.). Devo ringraziare Peugeot, è dal 2009 che corro con loro, il marchio francese punta molto sulla nuova Rally4 e fa piacere che la casa madre abbia pensato a noi. E’ stata una proposta stimolante, che ci ha fatto piacere e che abbiamo accettato di buon grado. L’approccio sarà più sereno, l’affronteremo con il sorriso anche se Paolo su qualsiasi auto corra da sempre il massimo da buon professionista. Nel 2019 non ho mai smesso completamente, abbiamo sempre respirato il clima dei Rally, fatto test e risalire su una macchina da Rally non mi pesa, è come aver smesso il giorno prima. Certo dovrò ricominciare a fare palestra”.

Immagino che Peugeot vi abbia indicato un obiettivo e che gare affronterete?

“L’obiettivo è vincere la classe di riferimento, per cui il campionato italiano due ruote motrici e testare la vettura per renderla competitiva ed affidabile in gara. Correremo in 5 gare, le ultime cinque del campionato. Inizieremo in Sicilia al Rally Targa Florio (10 Maggio n.d.r.), se per caso non fosse disponibile la nuova 208 Rally 4, correremo con l’attuale 208 R2. Poi affronteremo il Roma Capitale, Sanremo, Due Valli e Tuscan”.

Niente gara di casa per Paolo al Ciocco?

“Non correremo al Ciocco, Mille Miglia e Sardegna”.

Restando a Paolo si vociferava di un possibile impegno extra cir, magari ancora nel CIRT?

” E’ ancora tutto in dubbio, nulla di concreto ma potrebbe affrontare un programma privato su una vettura del gruppo PSA (Citroen C3 R5 n.d.r.) ma, se sarà, non ci sarò io alle note ma altro navigatore”.

Non poter correre per l’assoluta vi pesa?

“No, anche nel 2013 abbiamo corso con un’auto meno performante. Fa piacere correre con una nuova auto, anche se non sarà al debutto ufficiale, saremo un buon riferimento per i giovani e sarà stimolante non manchera’ la sfida”.

Abbiamo avuto un gran numero di visite e contatti al vostro annuncio e sono felici del vostro ritorno.

“Anche sui nostri canali social abbiamo visto tanto interesse, ci fa piacere. Inoltre si è capito che la scelta di Peugeot è stata quella comunicativa, con Paolo anche nel ruolo di Ambassador e Istruttore”.

Non molti anni fa il vostro compagno di squadra è stato un certo Kalle Rovanpera, ora nel mondiale WRC e già a podio a soli 20 anni, cosa puoi dirci di questo campione?

“Ero certa che diventasse un campione e sono certa che diventerà campione del mondo. Quando ha corso in Italia, aveva già obiettivi in ottica futura, sapeva che era solo di passaggio. Posso dire che è un ragazzo molto intelligente e questo aiuta molto, apprende velocemente. Se controllate la prima gara al Ciocco, su asfalto ha faticato, già a Sanremo ha migliorato ed al Roma Capitale faceva dei grandi tempi. E’ venuto in Italia per imparare a correre su asfalto e l’ha fatto rapidamente, sullo sterrato non c’era da insegnargli nulla”.

Immaginavi che già potesse arrivare a podio dopo due sole gare?

“Sinceramente si, e’ vero che lo Svezia era nella sua “comfort zone” ma il salto da R5 a WRC, soprattutto sulla Toyota, per lui non è stato traumatico”.

I nostri italiani hanno faticato, gara nuova ecc, ecc cosa non funziona?

“Diciamo che Kalle è un fenomeno a parte (così come potrebbe essere Oliver Solberg), purtroppo l’Italia non è vista come fucina di campioni a livello internazionale, non mancano i piloti ma mancano le possibilità che altri piloti stranieri hanno. Poter correre senza pensare a budget, franchigia, test, aiuta moltissimo. La federazione sta facendo molto ma ci vorrà pazienza e tempo per vederne i frutti”.

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