Ecco un riassunto dell’intervista al pluricampione italiano Adartico Vudafieri. L’intervista integrale è visibile sul social Facebook e sul nostro canale You Tube.

Come fu il passaggio dalla Lancia Stratos al 131 Abarth, fu un fatto un passo indietro?

“Non è che fu un passo indietro anche se io avrei voluto restare sulla Stratos. Ma la Fiat (che da poco aveva rilevato la Lancia n.d.r.) voleva che corressi e vincessi con la nuova vettura. La Stratos è stata la “Regina” una macchina fantastica sotto tutti i punti di vista, la macchina che mi è rimasta nel cuore, una macchina molto difficile da guidare perchè aveva il passo corto, auto sovrasterzante, dovevi guidare pulito. La 131 invece aveva meno cavalli della Stratos. Con la Stratos al 100% non ci andavi mai mentre con la 131 Abarth dovevi andare al 150%, non avevi attimi di pausa e non ti potevi permettere nessun riposo”.

Ricordi dei Rally toscani: Ciocco, Elba e Liburna?

“Forse la Toscana è la regione di cui ho maggiore ricordi positivi sotto il punto di vista rallystico, ho vinto l’Elba, ho vinto il Ciocco per 4 anni di fila ed ho vinto la Coppa Liburna per cui erano gare favorevoli. Belle prove, bei paesaggi e bel tifo”.

Ricordi del Colline di Romagna?

“Il Colline di Romagna fu la mia prima vittoria in un Rally nazionale, ero andato a dormire che ero arrivato secondo poi mi venirono a svegliare, perchè fu squyualificato Pittoni, e mi dissero “guarda che hai vinto”, una vittoria inaspettata nel 1975 con la Porsche”.

…ed il Lana?

“Gara spettacolare, belle prove speciali veloci e tantissima gente”

Terra e asfalto, cosa preferivi?

“Io inizialmente preferivo l’asfalto, dove noi italiani eravamo forti. Poi mi sono abituato a correre su terra dove i finnici erano piuù forti”.

4 Regioni, tante tue partecipazioni e nel 1984 la vittoria tra nebbia e pioggia?

“Il 4 Regioni 1984 fu una gara difficile perchè tra pioggia e nebbia la 037 era molto difficile da guidare, poi nella seconda tappa il tempo migliorò e fu una vittoria abbastanza facile”.

Sei stato uno dei primi piloti a correre con la 037, impressioni?

“Fui tra i collaudatori con Bettega e Alen. Alla Mandria l’abbiamo sviluppata nella stagione invernale su terra. Poi esordii al Rally Elba e furono i primi punti che conquistò questa vettura, arrivando settimi assoluti”.

Una volta le gare erano diverse da quelle attuali e al 4 Regioni idearono il circuito di Cecima, dove potevi incontrare altri concorrenti, che ricordi hai di questa prova speciale particolare?

“Fantastica, esperienza unica e bella. Prova lunga e con le partenze ad ogni minuto ti ritrovavi a contatto diretto con alcuni avversari e potevi addirittura fare sorpassi. Nelle prove tradizionali era raro recuperare, o farsi raggiungere, da chi ti precedeva o seguiva qua invece succedeva spesso. Prova impegnativa ma anche divertente”.

Pensi che la mancata vittoria al Sanremo 1978 possa aver influenzato la tua futura carriera?

“Non credo, anche se feci un errore. Ero partito un poco nervoso per la terza tappa in quanto il giorno prima ci furono parecchie polemiche, in quanto nella seconda tappa, nel savonese, avevamo trovato viscido e fanghiglia e la Pirelli aveva le gomme adatte ma a me non furono state date. Le aveva la squadra ufficiale con Alen ma non a noi del Jolly Club. Infatti io ero più veloce di Alen in condizioni di asciutto e pioggia ma non sul viscido e umido. Alla partenza della terza tappa, ero al comando ed ero nervoso e partii molto male. Nell’ assistenza, prima della prima ronde, mi cambiarono le pastiglie dei freni, o non mi fu detto o comunque non lo percepii e non rodai le pastiglie restando senza freni in prova speciale. Mi girai anche ad un tornante inghiaiato dove passano per primo e presi una decina di secondi da Alen. Nella seconda ero più rilassato e Mannini aveva organizzato degli intermedi in prova per sapere il tempo di Alen che partiva alle nostre spalle. Per cui ogni 7/8 km sapevo se ero in vantaggio o svantaggio con il mio avversario, Alen. Poco prima dell’uscita di strada, tra l’altro in un tratto stretto da seconda marcia, mi avevano esposto il cartello che avevo 35″ di vantaggio e non era nemmeno a metà prova, un errore banale sulla ghiaia, ho accelerato presto e la macchina si è girata scendendo due metri sotto la sede stradale. Un gran dispiacere perchè avrei vinto quel Rally di Sanremo, non me lo portava via nessuno”.

Che differenze c’erano tra le varie Stratos che hai usato (Michelotto, Maglioli, University Motor)?

“Nel 76, quando vinsi il campionato dei TRN e nel 1977 ho usato quella di Michelotto, nel 1978 ho usato quella di Maglioli , facendo anche una gara con quella dell’University Motor. Erano tre auto completamente diverse. La più completa, magari anche con qualche cavallo in meno, era quella di Maglioli, era la più competitiva. Le altre avevano un motore che spingeva molto ma più complicate da guidare”.

Cosa sarebbe stata l’evoluzione della Stratos se la 131 non fosse nata in quegli anni?

“Io penso che la Stratos aveva raggiunto i suoi limiti. Certo fu tolta per far vincere la 131 Abarth, altrimenti la 131 non avrebbe mai vinto contro la Stratos, però penso che oramai eri arrivato al limite. Forse poteva essere vincente fino al 1983. Ma poi contro la 037, le Audi e le Peugeot non poteva essere molto competitiva”.

Com’era il famoso dualismo Vudafieri-Tony Fassina?

“C’era un grandissimo rispetto tra noi due. Messo il casco il rispetto veniva meno o accantonato, entrambi volevamo solo vincere. Tony pilota fortissimo, molto esperto ma tra noi c’è sempre stata lealtà”

…in un vostro duello a San Marino “80 vincesti per i famosi 4 secondi?

“Alla partenza dell’ultima prova speciale avevo un vantaggio di 12″ o 14”, non ricordo esattamente, e Angiolini mi disse “Mi raccomando, arriva secondo che il campionato lo vinci lo stesso” io risposi che il campionato lo volevo vincere insieme alla gara e così successe”.

Oltre ai Rally avevate le ricognizioni, come le affrontavate?

“Devo dire che i percorsi erano sempre molto simili agli anni precedenti, per cui andavamo via una settimana prima e facevamo anche vacanza e scherzi, con Rudy che era il maestro di tutto questo. Si provava ma era anche una festa, trovavi gente anche in prova e la partecipazione del pubblico”.

Quale auto hai preferito?

” Ho usato Simca, Porsche, Stratos, 131 Abarth e 037. Direi la Stratos, la Regina, direi la mia preferita”.

Al 100.000 Trabucchi usasti la Ferrari 308 GTB, come mai?

“Avevamo fatto quella gara, su asfalto ed il Jolly Club decise di farmi correre con la Ferrari 308, più performante della 131 Abarth per contrastare meglio la Opel. Purtroppo bucai ben 4 ruote a metà prova della ps più lunga. Brutto epilogo e non fu l’unico ma ripeto io e Tony Fassina non centravamo niente con quelle vicende. Fu qualcuno di poco serio, per non dire stupido di rovinare tutto lo spettacolo”.

Quale prova ti è piaciuta di più?

“Spettacolare erano le ronde ed il circuito del 4 Regioni e la Ronde del Sanremo”

Domanda di Gigi Pirollo. Ricordi di Mikkola che doveva stare dietro a Bettega. Cosa hai inventato?

“Fu bello. Dovevamo arrivare 5 Lancia 037 nelle prime 5 posizioni, erano nell’ordine Alen, Rohrl, io, Andruet e Bettega, che rientrava dall’incidente dell’anno prima ed era con la posizione a rischio da Mikkola con l’Audi che era 6°. Fiorio ci disse che Mikkola non doveva superare Bettega per fare cinquina. Mikkola partiva dietro a me, mi sono fatto raggiungere, mi sono fatto superare e poi ho iniziato a fare l’elastico, mi facevo distaccare e poi lo riprendevo, questo in continuazione per disturbargli la guida, infatti usci di strada”.

Facevate preparazione fisiche particolari?

“Si. Soprattutto nelle gare del mondiale tipo la Corsica. Io e Alen provavamo insieme e una volta rientrate dalle ricognizioni andavamo a correre per mantenere il fisico allenato. Biasion al primo anno di Corsica invece provò molto per capire bene le prove ma gli dissi di provare meno e allenare il fisico perchè la gara era durissima. Infatti poi faticò in gara dal punto di vista fisico, anche se arrivò in fondo. Se reggevi bene fisicamente anche la gara andava bene. Io molte gare le ho vinte nella parte finale, quando magari finiva la notte ed iniziava il mattino, molti andavano in difficoltà ed io davo tutto fino alla fine”.

Ti è servito l’uso del Motocross per rafforzare le braccia per poter guidare al meglio la 131 Abarth?

“La prima volta che usai il 131 era al Targa Florio e all’inizio andò tutto bene poi su una prova speciale che andava a Sclafani c’era una serie di tornanti stretti e trovai difficile farla girare dopo pochi tornanti. Finita la gara presi una moto da regolarità per rafforzare l’avambraccio e poter guidare il 131”.

Vi sentivate dei privilegiati ad essere comunque dei numeri uno?

“Certamente, eravamo invitati ovunque, dalla Sicilia alla Sardegna da qualsiasi parte d’Italia. A qualsiasi gara o ricognizioni in qualsiasi posto od ora c’era gente disposta ad aiutarti, qualcosa di indimenticabile, un calore enorme. Posso dire di essere stato uno dei fortunati a vivere in quei momenti”.

La gioia maggiore?

“Direi Elba 1978 con Mannini”

Partecipavi alla messa a punto delle gomme?

“No, correvo con le gomme che mi davano senza fare alcun test. Solo test di sviluppo sulla 037 alla Mandria e allora avevamo fatto anche test gomme”.

Dove ti sentivi particolarmente forte?

“Direi sulla gare su asfalto veloce tipo Targa, Sanremo, Liburna ma anche gare come Elba”.

 

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