Thierry Neuville, critico sul futuro del WRC (Copyright Jaanus Ree / RedBull Content Pool)

Le regolamentazioni tecniche delle future vetture WRC, che entreranno in vigore a partire dalla stagione 2022, sono sempre state oggetto di forti discussioni e hanno diviso gli animi: in tanti apprezzano la riduzione dei costi e l’avvento dell’ibrido, mentre dall’altra parte sono in molti quelli poco propensi a rinunciare alle odierne WRC Plus che, al netto del loro tragico esordio targato Monte-Carlo 2017, sono state le fautrici di ritrovato interesse verso la disciplina.

Ricapitolando: a partire dal 2022, le vetture di vertice non si chiameranno più WRC ma Rally1. Il tetto massimo di costo per i nuovi modelli sarà di mezzo milione di €uro, trasmissione a 5 rapporti, eliminazione del differenziale centrale, componenti standardizzati per tutte le squadre (tra cui il rollbar e la tecnologia ibrida, almeno per i primi anni), limiti alle appendici aerodinamiche e sistema delle sospensioni meno sofisticato.

Una R5 con gli steroidi, se vogliamo semplificare il concetto.

Due gli obiettivi principali per la FIA: l’abbattimento dei costi (nell’ordine del 30% rispetto alle WRC Plus odierne) e una semplificazione del regolamento che possa favorire l’ingresso di nuove case costruttrici nel mondiale.

Se in tanti festeggiano, molti storcono il naso. Tra questi, ecco spuntare Thierry Neuville che, senza mezzi termini, definisce il nuovo regolamento “una m***a”, in quanto renderebbe meno interessanti i rally e ridurrebbe il fascino di questa competizione, sprecando quanto di buono fatto dal 2017 in poi.

Ho chiesto ad Adamo se fosse d’accordo con questa m***a, e pare che lo sia. Non capisco il perchè dovremmo rendere le macchine tecnicamente meno interessanti. Sono tre anni che abbiamo deciso di “pepare” le WRC e mi sembra che la cosa abbia funzionato bene, sia dal punto di vista della promozione che di quella dello spettacolo. Non so se sono veramente interessato a guidare queste R5 Plus, ma lo scopriremo.

Di diverso parere Andrea Adamo, il quale ha spiegato ad Autosport che “le regole sono state concordate tra la FIA e i produttori. Ciò che si legge è ciò che le parti hanno concordato.

Ancora più chiaro è stato Richard Millener, team principal di M-Sport, da sempre attenta ai costi in quanto squadra non ufficialmente supportata da Ford: “Con tutto il rispetto per i piloti, non sono loro che finanziano i programmi. Al momento queste vetture hanno dei sistemi idraulici che costano 40’000 sterline, ma siamo certi di poter offrire un prodotto interessante sia per chi lo vede e per chi decide di guidarlo e dei rally spettacolari anche senza sostenere quei costi.

Non vogliamo standardizzarci alla Formula E, dove tutto è uguale per tutti e alla squadra basta solo apporre il proprio marchio sulla monoposto. Il rally è una disciplina che richiederà sempre ingegneria specialistica, ma abbattere i costi è fondamentale per rendere la nostra serie accessibile e garantire la presenza di quattro-cinque produttori negli anni a venire.

E voi da che parte state? Viva le WRC Plus o ben vengano le nuove R5 Plus?

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