Ricky Brabec (Monster Energy Honda) - photo by Motociclismo.it

Oggi è arrivato il tanto atteso giorno di riposo. Dopo la fatica della 48h Chrono, tutti i piloti sono stati trasportati in aereo fino a Ryhad per poter godere di questa giornata. Giornata che sarà di riposo per chi potrà permetterselo, altri invece la sfrutteranno per mettere mano ai propri mezzi soprattutto i piloti della Original by Motul. Non fraintendete, la corsa non è diventata tosta soltanto con l’arrivo della sesta tappa. La Dakar 2024 ha impresso le sue difficoltà non solo dalla prima tappa, ma bensì anche nel prologo. Un semplice tratto di speciale di 27km, è diventato un incubo come per Skyler Howes che è caduto rompendo il supporto del road book.

I primi passi mossi nel deserto saudita, hanno messo subito in chiaro che non sarebbe stata semplice fino alla fine. 541km, di cui quasi tutti tra le pietre, hanno sistematicamente messo alla prova le capacità dei piloti. Ed è qui che abbiamo visto le prime perdite, come Joaquim Rodrigues (Hero Motorsport) e Tosha Schareina (Monster Energy Honda). Quest’ultimo aveva ottime chances per poter essere uno dei protagonisti, ma la sua prematura uscita dalla corsa non ha rivelato il suo potenziale. Ross Branch è stata la rivelazione di quest’anno. Sappiamo che le Honda vanno forte, è un dato di fatto, ma Hero in questi ultimi tempi ha sviluppato la moto in modo continuativo, grazie anche al lavoro svolto dal pilota del Botswana, con tanti test ed allenamenti è diventato così l’antagonista per antonomasia degli squadroni giapponesi e austriaci.

Quest’ultimi però non hanno e non stanno brillando. Partendo dalla scelta discutibile di non aver aggiornato la propria line-up, vediamo le moto del marchio di Mattighofen nelle retrovie. Toby Price spinge, ma non è sufficiente per arrivare in cima, incontrando sempre un risultato da top-5. Kevin Benavides ha sbagliato approccio inziale, dovendo recuperare ancora prima di partire. Il passo però è appena sufficiente per attaccarsi al parafango degli avversari. Si vocifera l’abbandono del campionato da parte del marchio; vedremo cosa succederà. Stessa sorte anche per GasGas con Sam Sunderland che cade rovinosamente nella terza tappa dovendosi ritirare e in gara con la moto spagnola – già da tempo sotto l’ala di mamma KTM – si ritrova solo Daniel Sanders, che fa quel che può dopo un recupero travagliato dall’infortunio al femore. Per concludere il gruppo “arancio-carota” vediamo l’unica Husqvarna di Luciano Benavides, fratello di Kevin, che dopo problemi meccanici e di navigazione si ritrova nelle retrovie.

Nell’empty quarter un trionfo tinto di rosso, con Adrien Van Beveren che conquista la tappa con alle spalle un ottimo exploit di Toby Price a soli 4′. Ricky Brabec è terzo a 5′ dal compagno di squadra mentre Daniel Sanders stringe i denti e conclude gli 835km totali della sesta tappa, al quarto posto. Ross Branch amministra bene, non forzando il passo e chiudendo la top-5. La prestazione di Branch però fa si che Ricky Brabec sia il nuovo leader della classifica generale. I due sono comunque divisi da cinquantuno, tangibili e flebili secondi. Adrien Van Beveren si porta al terzo posto, con solo 9′ dalla vetta mentre l’altra Honda di “Nacho” Cornejo è quarta racchiusa in un quarto d’ora di gap. Le KTM sono 5^ e 6^ ma con un ritardo di mezz’ora. Non è molto, ma il ritmo è ancora elevatissimo e recuperare non è semplice.

Ma vediamo anche i nostri connazionali! Non possiamo ignorare la prestazione ottima di Paolo Lucci, che al momento si trova al 14° posto assoluto e 4° di Rally2. Al 46° posto, Gioele Meoni che porta avanti il suo progetto Dakar4Dakar con fierezza. A seguire Tiziano Internò 76°, Cesare Zacchetti 88°, Fabio Lottero 105° e Francesco Catanese 109°. Tommaso Montanari è 110°; un peccato, dato che la sua Fantic ha dato forfait. Prima dei problemi, era ottimo 24°.

Domani si riparte. Ci sono ancora tappe difficili; la gara sarà incerta fino alla fine!

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